INVESTIMENTI 06 novembre 2022 4 minuti di lettura

Investire in un’azienda che dà dividendi: cosa occorre sapere

Scritto da  Moneysurfers

    Intro

    Hai deciso di iniziare a investire, ma, ancor prima di iniziare la tua pianificazione finanziaria, ti sei reso conto di non sapere bene da dove cominciare?

    Beh, innanzitutto è necessario fare un’analisi preventiva delle tua situazione e dei tuoi obbiettivi (se ancora non l’hai fatto, leggiti questa guida per farti una rinfrescata – https://www.moneysurfers.com/blog/investimenti-finanziari). Assumiamo poi che tu abbia deciso di allocare parte delle tue risorse in azioni. Bene, la domanda che sorge spontanea ora è: in che tipo di azioni dovresti investire? Se, sulla base anche delle tue analisi preventive, la tua intenzione è quella di avere una fonte di reddito aggiuntiva, allora la soluzione migliore per te è quella di investire in dividend stocks e in questo articolo ti daremo qualche dritta su come muoverti.

    Cosa sono i dividendi

    Un dividendo è una fetta degli utili societari di un’azienda che viene distribuita agli azionisti. Solitamente questo avviene con cadenza trimestrale, ma tale frequenza può variare, a seconda delle decisioni del CdA, che stabilisce anche l’ammontare di utile che verrà ripartito.

    Il valore del singolo dividendo è ottenuto come divisione tra il valore degli utili distribuiti e il numero di azioni in cui il capitale sociale è ripartito.

    Esempio:

    La società Beta ha un capitale sociale di 200.000€, suddiviso in 20.000 azioni. Nell’esercizio contabile la società realizza un utile di 20.000€ e decide di distribuirne metà agli azionisti. Il dividendo unitario è pari a 10.000€/20.000 azioni = 0,5€/azione.

    Cosa ci dicono i dividendi rispetto all’azienda che li distribuisce

    I dividendi possono fornire informazioni molto interessanti sull’azienda che li distribuisce, sotto tanti punti di vista, per cui appuntati quanto stiamo per dirti!
    Innanzitutto, il fatto stesso che una società stacchi periodicamente dei dividendi e che quindi sia classificata tra le cosiddette dividend stocks, implica che, molto probabilmente, si tratta di un’azienda già affermata, con ricavi stabili e quindi non una start-up (le quali invece hanno solitamente bisogno di re-investire gli utili al loro interno per crescere).

    Fatta questa premessa, che ci permette di capire di quale famiglia di società stiamo parlando, una più approfondita analisi sui dividendi ci consente di carpire qualche preziosa informazione in più.

    Un concetto deve essere prima ben chiaro però: i dividendi sono per le società una sorta di biglietto da visita per gli investitori e la politica aziendale che li governa è quindi fondamentale anche dal punto di vista comunicativo. Vediamo di chiarire meglio questo concetto.

    Un’azienda che stacca dividendi di importo alto (soprattutto in termini relativi, calcolando il valore dello stesso sul prezzo dell’azione – ma su questo torneremo successivamente) significa molto probabilmente che sta facendo bene e generando profitti. Al contempo, però, potrebbe anche essere interpretato come un segnale negativo dagli investitori, che potrebbero leggerci una mancanza di progettualità futura per la società, che quindi non necessita di accantonare utili per successivi investimenti (un po’ lo stesso concetto espresso precedentemente per le start-up).

    Viceversa, un’azienda che ha sempre staccato dividendi importanti e costanti e che improvvisamente opta per una riduzione degli stessi, trasmetterebbe un cattivo messaggio al mercato, in quanto ciò verrebbe visto come un segnale di difficoltà economica.

    Anche in questo caso, però, al contrario di prima, questo potrebbe avvenire in ottica di nuovi piani di investimento (per aumentare i profitti futuri – e quindi i dividendi).

    Un altro indicatore interessante (e qui il discorso è un po’ più tecnico) riguarda il cosiddetto dividend payout ratio. Il termine potrebbe spaventare, ma si tratta semplicemente di una frazione che esprime quale percentuale dell’utile netto è stata destinata alla distribuzione di dividendi. Un valore alto di questo rapporto pensi sia un invito ad investirci o ritieni sia meglio starci alla larga?

    Spoiler: non serve un esperto per capire che se tale percentuale fosse 100%, l’azienda starebbe distribuendo tutti i suoi utili, con conseguente chiaro messaggio negativo in termini di prospettive future.

    In generale, quindi, non esiste mai una chiave di lettura univoca per quanto riguarda i dividendi, come hai avuto ben modo di intuire. Infatti, ogni dato può avere sia una connotazione positiva, che negativa. Detto questo, però, esiste una sorta di rule of thumb (o “regola del pollice”), secondo la quale le aziende che garantiscono stabilità e continuità nell’importo e nel rilascio dei dividendi, sono quelle solitamente più stabili e affidabili.

    Quali azioni danno i dividendi

    Come già anticipato precedentemente, sono le aziende già consolidate e i cui futuri ricavi sono più facilmente prevedibili a staccare dividendi. Le categorie principali di società sono:

    • Materiali di base
    • Gas e petroliferi
    • Finanziari
    • Farmaceutici
    • Servizi pubblici

    Anche aziende più piccole possono staccare dividendi, ma ciò avviene più raramente, in quanto solitamente tutti gli utili vengono reinvestiti internamente, per cui le growth stocks poco si prestano ad un portafoglio che mira a costruire delle entrate periodiche costanti.

    Come calcolare il valore del dividendo rispetto al nostro investimento

    Se sei stato attento e non ti sei perso fino ad ora, ti sarai accorto che abbiamo già parzialmente spoilerato questo punto. Quando si tratta di dividendi, infatti, uno degli indicatori più importanti è il dividend yield, ossia quanto vale il nostro dividendo in rapporto al prezzo dell’azione che abbiamo comprato. In altri termini, questo indice rappresenta quanto l’azienda paga agli investitori per possedere una quota delle loro azioni, in rapporto al prezzo del titolo.

    Il calcolo è molto semplice:

    Dividend yield= Dividendi annuali per azione/Prezzo per azione

    Essendo frutto di una frazione, bisogna prestare attenzione quando si legge questo indicatore. Un valore alto, infatti, potrebbe essere dovuto, da una parte, da un importo annuale elevato di dividendi, dall’altro però (ahimè), da un prezzo in ribasso, con tutte le implicazioni del caso.

    Il return complessivo di un investimento in azioni è invece dato dalla somma tra capital gain e appunto dividend yield:

    rE= (Dividendi annuali per azione/Prezzo per azione iniziale) + (Prezzo per azione finale-Prezzo per azione iniziale/Prezzo per azione iniziale)=Dividend yield

    Esempio:

    Un’azione comprata a 100 a inizio anno e il cui valore ammonta a 110 dopo 12 mesi e che ha staccato un dividendo di 5, presenta un return complessivo di 5/100 + (110-100)/100 = 5% (dividend yield) + 10% (capital gain) = 15%.

    Come decidere su quali azioni da dividendi investire

    Bene, ora che i concetti chiave dovrebbero esserti chiari, ti spiegheremo come scegliere le aziende da dividendi sulle quali investire.

    Prima, però, una premessa importante: questa fase, quella decisionale e operativa vera e propria, è anche quella più complessa e che richiede un certo tipo di analisi che potrebbe non essere immediata per i non esperti. Per questo motivo, il consiglio migliore che sentiamo di darti è quello di affidarti al corso che abbiamo creato ad hoc per questa tipologia di investimenti, studiato e preparato dai nostri esperti: 

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    Col nostro corso Dividend Pro Boosts non ti promettiamo entrate stellari automatiche (e utopistiche), ma un metodo passo passo per costruire il tuo portafoglio di dividend stocks, coi nostri strumenti creati apposta per te, che, grazie anche ad una certa dose di studio e impegno mensile, ti consentirà di ottenere entrate passive periodiche.

    Detto questo, di seguito potrai intanto farti un’idea su quali elementi concentrarti per affacciarti a questo tipo di investimento. Ecco a cosa guardare:

    Utili

    Si devono selezionare aziende solide, i cui utili sono costanti o moderatamente crescenti nel lungo termine, così da poter garantire dividendi a loro volta costanti, senza incorrere in rischi di riduzione degli stessi.

    Cash flow

    Un’occhiata al rendiconto finanziario di una società permette di capire quali sono effettivamente i flussi di cassa e quindi le liquidità disponibili in capo alla stessa. E’ infatti inutile, ai fini di un investimento in dividend stocks, selezionare aziende con utili importanti, ma che poi non hanno liquidità sufficienti a distribuire dividendi.

    Track record dei dividendi

    Questo concetto era già stato anticipato, ma è bene ribadirlo. Ai fini di un sano investimento in dividend stocks, è fondamentale assicurarsi che le aziende sulle quali si va ad investire abbiano un ottimo storico nello stacco degli stessi e siano costanti, sia in termini di valore, sia di frequenza.

    Debt-to-equity ratio

    Aziende eccessivamente indebitate avranno problemi a garantire stacchi costanti di dividendi, in quanto dovranno rispettare gli impegni presi coi creditori, che, come ben si sa in economia, vengono remunerati prima degli azionisti (ci sarà un motivo se l’equity è più rischioso – e quindi redditizio – del debt, no?).

    Conclusione

    Ora hai tutti gli strumenti in mano per iniziare a cimentarti nel mondo degli investimenti in dividend stocks. Con questo articolo speriamo di averti incuriosito e di averti fatto capire come sia possibile costruirsi un portafoglio di entrate semi-automatiche, grazie a questo tipo di azioni. Ricordati che lo studio è sempre elemento necessario e fondamentale quando ci si approccia alla finanza e, soprattutto, alla gestione dei propri soldi, ma ricevere una mano da professionisti esperti può facilitarti parecchio le cose e consentirti di raggiungere i tuoi traguardi in meno tempo e in maniera più remunerativa.

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