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Per essere un imprenditore rivoluzionario devi essere uno stronzo?

Scritto da Moneysurfers

Per essere un imprenditore rivoluzionario devi essere uno stronzo?


21 marzo 2018

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2 minuti di lettura

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Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

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      Adam Grant è autore di diversi best seller per il New York Times. E' professore alla University of Pennsylvania, è stato inserito nella lista dei 50 studiosi di management più autorevoli al mondo ed è tra le 40 persone sotto i 40 anni più influenti nel business secondo la rivista Fortune. Abbiamo tradotto l'articolo che segue da un suo bellissimo post su Linkedin. 

      Quando hanno chiesto a uno dei primi investitori di Uber di esprimere un parere su Travis Kalanick (cofondatore dell’azienda), lui ha risposto che “è difficile essere rivoluzionari senza essere stronzi”.

      In un sondaggio su investitori e banchieri, il 23% si è dichiarato d’accordo.

      Si sbagliano, e ti dirò perché. Ma prima, voglio scoprire il motivo per cui così tante persone si aggrappano a questo mito.

      Mi hanno fatto la stessa domanda di recente. Ci ho pensato su, e ho realizzato di conoscere 3 tipi di persone che credono alla teoria del rivoluzionario stronzo.

      A) Persone che sono a loro volta stronze. (Le aiuta a dormire la notte).

      B) Persone che sono rimaste fregate troppe volte. (E imparando a difendersi, hanno ipercompensato).   

      C) Persone che idolatrano Steve Jobs. (Jobs è un test di Roschach: le nostre reazioni nei suoi confronti spesso rivelano più cose su di noi che su di lui).

      L’ultimo gruppo è il più comune, e credo che il loro ragionamento contenga degli errori.

      ERRORE 1: arrivare a conclusioni basandosi soltanto su un caso isolato. Steve Jobs potrebbe aver avuto successo perché era stronzo, o averlo avuto nonostante fosse stronzo. Come facciamo a sapere quale delle due è la verità?

      Non lo sappiamo. La cattiveria può pagare nel breve periodo ma solitamente fa più danni nel lungo termine. Se avesse trattato gli altri meglio, probabilmente non sarebbe stato cacciato dalla sua stessa azienda nell'85.

      Alla domanda su quali fossero i principali difetti di Jobs, Walter Isaacson, autore della sua biografia, ha dichiarato che “Avrebbe potuto essere più gentile”. Non gli sarebbe costato nulla. Probabilmente ci avrebbe guadagnato pure un po’ di fedeltà. E non è un caso che il Jobs che tornò alla Apple nel ’97 fosse più gentile. Ho sentito dire questa cosa innumerevoli volte dai suoi collaboratori. Si è evoluto. Non era ancora amichevole e cordiale, ma era meno crudele.

      ERRORE 2: scambiare un carattere spinoso per uno egoista. Puoi essere un giver o un taker dentro di te, ma questo non c’entra niente con quanto sei accondiscendente fuori. E non ci sono dubbi sul fatto che Jobs fosse poco accondiscendente: era critico e scettico. Sono tratti comportamentali di discreto valore se vuoi scuotere il mercato intero, o crearne uno nuovo.

      Essere rivoluzionari non significa essere egoisti o sgarbati. Non è necessario prevaricare gli altri per avere idee innovative e trasformarle in realtà. Puoi essere un giver antipatico: criticare perché hai standard elevati e vuoi aiutare gli altri a migliorare. Rompi uno stato di quiete nell’interesse di clienti e impiegati, non metti i dipendenti uno contro l’altro, come ha fatto Uber. Li metti alla prova per lavorare insieme, identificare problemi irrisolti e trovare nuove soluzioni.

      ERRORE 3: assumere che ci sia una sola via per il successo. Nei sistemi complessi vige una regola chiamata equifinalità: significa che ci sono molteplici strade per raggiungere lo stesso fine. Essere stronzi può essere una delle vie verso l’innovazione, ma non è l’unica, e porta con sé un costo enorme sulla cultura aziendale e sulla qualità del lavoro.

      In un esperimento su diversi team di medici, è stato osservato che un solo commento maleducato da parte di un osservatore è sufficiente per far cadere a picco le performance. I medici trattati male fanno il 19% in più di diagnosi mediocri ed eseguono il 15% in meno di procedure efficaci.

      Come spiegato da Bob Sutton in questo libro (traducibile come "la guida per sopravvivere agli stronzi"), trattare male le persone colpisce negativamente la loro concentrazione e ne abbatte la motivazione. Dopo esser stati umiliati, siamo 3 volte meno propensi ad aiutare gli altri. Quindi possiamo dire addio al problem solving e alla condivisione di conoscenze, due cose che alimentano l’innovazione radicale.

      Insomma, solo perché Jobs se l’è cavata, non significa che possa farlo anche tu. E anche se ce la farai, ricordati che il karma non perdona. Quando un manager si comporta da bastardo, finisce lui stesso col sentirsi miserabile.

      Nel podcast (in inglese), Reid descrive il suo test per misurare una fantastica cultura aziendale: ogni dipendente sente che gli appartiene. Quando invece le persone si comportano male, inquinano la cultura aziendale al punto che nessuno vuole riconoscerla come propria. Se sei fortunato, come Uber, dipendenti e investitori urleranno a gran voce ciò che non va, prima che sia troppo tardi (portando alle dimissioni del rivoluzionario CEO Travis Kalanick).

      Steve Jobs è stato di esempio per molti motivi. Il pensiero originale e l’anticonformismo. La capacità di vedere il futuro più chiaramente degli altri e di lavorare incessantemente per dare vita a quel futuro. L’ossessione per la bellezza del design e la qualità. Il fatto che abbia creato un’azienda tecnologica globale senza conoscere i linguaggi di programmazione. Ma questo non significa che fosse un esempio da seguire per il modo in cui trattava gli altri.

      I rivoluzionari sono spesso antipatici. Ma si può essere antipatici senza essere dei veri e propri stronzi.

      Alla prossima onda.

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