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Gli 8 segreti dei miliardari | n.7: puntarsi una pistola alla tempia

Scritto da Moneysurfers

Gli 8 segreti dei miliardari | n.7: puntarsi una pistola alla tempia


10 luglio 2020

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4 minuti di lettura

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Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

    Commenti


      Quante volte in questa rubrica ti ho parlato delle strategie dei più grandi imprenditori! Metodi per raggiungere il successo e metodi per non perderlo. Oggi voglio partire “dalla fine”… Quindi ti chiedo: cosa faresti se, da ricco imprenditore, vendessi la tua azienda ricevendo una somma di 165 milioni di dollari? Probabilmente passeresti il resto della tua vita in una nave da crociera (la tua ovviamente!). O magari viaggeresti il mondo. Oppure ancora investiresti in tante piccole attività sicure, giusto per goderti quello che hai, diversificando il rischio.
      Beh… non ho scelto questa cifra a caso! C’è chi, dopo aver venduto un’azienda di cui era co-fondatore, ha investito tutti i guadagni in due progetti che, pensa un po’, non garantivano il successo. Tutto merito di una strategia decisionale.

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      Stelle e motori

      Magari non è la prima volta che leggi questa collana. Magari sai già che ho dedicato almeno 3 articoli alle strategie decisionali. Ti ho già parlato del pensare in negativo di Charlie Munger, delle 10 regole d’oro di Warren Buffett e pure della rinuncia al piano B per evitare ripensamenti, secondo Elizabeth Holmes. Tutte tecniche che possono benissimo concatenarsi tra di loro e di cui tutti noi possiamo usufruire, in un consapevole eclettismo strategico, frutto degli esempi di chi, tra un errore ed un successo, ha sviluppato un ottimo decision making.
      Oggi ho deciso di chiudere il cerchio, riportandoti quello che reputo l’esempio forse più coraggioso, forse un po’ pazzo, ma al contempo estremamente logico di decision making!

       “Se un obiettivo è davvero importante, è giusto provare. Anche quando il risultato più probabile è il fallimento!”

      Boom! “Ma come!?” starai pensando, “e tutte quelle volte che mi hai parlato di metodo? Dov’è finito l’investimento consapevole??”
      Ma soprattutto… quale pazzo consapevole (scusa l’ossimoro) investirebbe su un improbabile successo? Il co-fondatore di Paypal l’ha fatto. Elon Musk, a cui va attribuita la frase di cui sopra, ha una sua idea di rischio ed è di questo che voglio parlarti oggi.
      Dopo aver venduto la sua quota di Paypal (cioè l’11,7% delle azioni) nel 2002, Musk decide di puntare alle stelle. Dico davvero, nel vero senso della parola. È proprio così che dà vita a Space Exploration Technologies (detta SpaceX): un’azienda che costruisce lanciatori a razzo e veicoli spaziali per il trasporto orbitale di persone e merci.
      Space X
      [quote]ll prossimo grande momento sarà quando la vita diventerà multi-planetaria, un'avventura senza precedenti che aumenterà notevolmente la ricchezza e la diversità della nostra coscienza collettiva.[/quote]
      Non passano nemmeno due anni, che Elon decide di cimentarsi in un’altra impresa. Entra nel team direttivo di Tesla Motors dopo un anno dalla sua fondazione ad opera di Martin Eberhard and Marc Tarpenning. Obiettivo dell’impresa? Produrre auto elettriche…sportive! Quello di seguito è l’andamento delle azioni della Tesla fino ad oggi:
      azioni tesla

      Il guadagno atteso

      Eppure, come ho detto all’inizio, questo successo non era garantito. Anzi, in questa intervista Elon Musk ammette che, nel progettare questi due investimenti, si era reso conto che l’esito più probabile sarebbe stato un flop. Perché l’ha fatto allora? Semplice: ha usato la matematica.
      Uno degli errori del Decision Making che facciamo un po’ tutti è quello di considerare le probabilità di successo e le probabilità di fallimento, senza andare oltre.
      Elon Musk ci insegna che matematicamente sarebbe più giusto valutare il guadagno atteso. No, non serve una laurea per farlo!
      Ti faccio un esempio. Immagina di dover scegliere fra due opzioni di investimento:

      • Investire in un progetto che frutterebbe 100 milioni di euro, con una percentuale di successo del 30%.
      • Investire in un progetto che frutterebbe 1 milione di euro, con una percentuale di successo dell’80%.

      Se sei un individuo avverso al rischio, PROBABILMENTE sceglieresti la seconda opzione. Ma se vogliamo proprio parlare di probabilità, il guadagno atteso nel primo caso è di 30 milioni di euro e nel secondo caso è di 800 mila. Probabilisticamente parlando, conviene il primo investimento.
      Non è un caso che nelle nostre strategie d'investimento, come il Metodo SurifngThePips, utilizziamo proprio questi dati, ovvero il valore atteso, o expect value come dicono quelli bravi. Facciamo un investimento, un trade solo quando il valore atteso è positivo, non consideriamo solo la probabilità che vada in profitto o quanto potremmo guadagnare. È il contrario di quello che succede nelle lotterie o nei gratta e vinci. Nelle prime, si ha una probabilità di vincere bassissima e una vincita media altissima. Nel gratta e vinci, si vince spesso, ma mediamente si vince poco. In entrambe i casi il valore atteso è però negativo. Questo significa che se grattaste 10 miliardi di gratta e vinci, alla fine avreste perso dei soldi. Abbiamo fatto anche il calcolo su "Nuovo Mega Milionario" il cui valore atteso è -2,30 euro. Ovvero ad ogni biglietto acquistato mediamente nel lungo termine perdereste 2 euro e 30 centesimi. Non un buon investimento.
      È anche vero, lo riconosco, che viviamo nel mondo reale, dove una scelta azzardata può farti mangiare i gomiti. Eppure qualcosa ha spinto Elon Musk a compiere l’impresa. Ossia la consapevolezza che questi progetti erano talmente importanti per il futuro dell’umanità ed avevano un potenziale talmente alto da fargli percepire che il gioco valeva la candela… Ne valeva la pena!
      Non è un caso che nel 2014 Musk ha annunciato che la Tesla Motors avrebbe messo i suoi brevetti a disposizione delle case automobilistiche al fine di migliorare lo sviluppo di motori totalmente elettrici.
      tesla motors

      Una pistola alla tempia

      Aspetta un attimo, non ho finito. Non ti sembra che manchi qualcosa? Non possiamo parlare di guadagno atteso senza parlare anche di… perdita attesa! Si calcola esattamente come il guadagno atteso. La differenza è che quest’ultimo ci fa capire se “ne vale pena”, mentre la perdita attesa ci fa capire qual è la REALE “posta in gioco”.
      Quando è troppo alta… meglio lasciar perdere! E no, non lo dico io. Tiro in ballo un signore che ormai conosci bene, il Miracolo di Omaha:
      Se tu, per assurdo, mi dessi una rivoltella con un milione di camere in tamburo ed un solo proiettile in una di esse, dicendomi: “Puntala alla tempia! Quanti soldi vuoi per premere il grilletto una volta sola?” Io non premerei quel grilletto, qualsiasi sia la somma che mi offri. (Warren Buffett)
      Certamente non si può dire che Warren Buffett sia un individuo avverso al rischio. Eppure il punto è estremamente chiaro: quante sono le probabilità che, premendo il grilletto, parta il colpo? Men che minime, per l’esattezza una su un milione (0,000001%). Ma quanto è alta la posta in gioco? Anche ammettendo l’improbabilità di fallimento, la perdita attesa è semplicemente devastante!
      roulette

      4 passi per la scelta giusta

      Ok, capisco che l’esempio di Buffett è estremo e non si parla di soldi. Ma lo stesso ragionamento si può fare con fattori puramente economici. L’investimento non è MAI solamente una questione di probabilità. In ogni investimento c’è in ballo ciò che puoi ottenere e ciò che puoi perdere. E la valutazione non è mai semplice: talvolta si può perdere più di quanto si sia investito!
      Oggi abbiamo aggiunto un mattoncino nell’opera di consapevolezza che caratterizza noi MoneySurfers. La prossima volta che ti ritrovi a scegliere fra due opzioni ricorda di seguire questi suggerimenti:

      1. Valuta i possibili risultati: devi quantificare sia il successo che il fallimento!
      2. Assegna una probabilità a questi risultati.
      3. Calcola Guadagno e Perdita Attesi: moltiplicando la probabilità per i risultati.
      4. Al Guadagno Atteso sottrai la Perdita Attesa: questo escluderà automaticamente l’opzione più rischiosa.

      A volte mi fermo e penso all’esempio di Buffett, quello della pistola. Non so perché, ma mi affascina la frequente incapacità umana di valutare il pericolo. Dopotutto è solo un proiettile su un milione di colpi a salve. Che sarà mai? A volte mi chiedo se davvero avrei la lucidità ed il coraggio (sì, ci vuole coraggio) di seguire il consiglio di Warren Buffett. Ma Consapevolezza è anche questo: capire fin dove ci si può spingere senza cadere nel baratro dell’incoscienza. E tu? Premeresti quel grilletto? Lo premeresti una volta sola?

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