FIRST TAG DISPLAYED HERE 11 luglio 2020 2 minuti di lettura

Ecco come il low cost ci rende poveri

Scritto da Moneysurfers

Ecco come il low cost ci rende poveri


11 luglio 2020

|

2 minuti di lettura

placeholder_200x200

Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

    Commenti


      Esiste un fenomeno nato dapprima con le compagnie aeree e diffuso poi in tutti gli scambi commerciali. E si chiama Low Cost. No, non stiamo qui a spiegarti cos’è la spesa low cost con tutti i suoi esempi: dopotutto è un’evoluzione (o involuzione?) che ha intrapreso il mercato da molti anni a questa parte, nulla di nuovo. Ci basterà dire che il low cost è figlio di una specifica filosofia di spesa: quella che vede nel prezzo l’unico – o il principale – driver d’acquisto, cioè motivo scatenante della decisione di comprare.

      In fondo chi resiste ad un biglietto Ryanair Malta – Madrid a 20 euro? È giusto basare la propria spesa su questo? Non lo sappiamo. Ma di una cosa siamo certi: come suggerisce nel suo libro il professor Pier Luigi Del Viscovo, il Low Cost ci rende più poveri.

      Consideralo contraddittorio, provocatorio o contro-intuitivo, ma il low cost di fatto ci rende più poveri. Del Viscovo arriva a definire il low cost come fenomeno di suicidio socialista. Ed esistono diversi motivi che ci spingono a considerare giusta la sua conclusione.

      L'azione sull’inconscio

      Il primo motivo è che l’abitudine dell’usare il prezzo come driver d’acquisto comunica al nostro inconscio che valiamo poco e ci conduce nel circolo vizioso della povertà cronica: risparmio perché sono povero, sono povero perché risparmio. In altre occasioni abbiamo spiegato come l’inconscio giochi un ruolo fondamentale nel raggiungimento della ricchezza, perché – essendo preordinato alla mente razionale – influisce sulle decisioni in maniera automatica e “senza chiederci il permesso”. Dunque l’inconscio va educato, anche quando si tratta di acquisti.

      Un buon passo per iniziare è imparare a distinguere l’economicità dalla frugalità. Se sei un nostro lettore abituale sai bene che noi siamo contro la “spesa compulsiva”, ma chi l’ha mai detto che l’avere poco corrisponda con lo spendere poco? Anzi il principio del Less is More a cui ogni MoneySurfer si ispira è basato proprio sul comprare poche cose essenziali ma di qualità. Ed ecco spiegato il termine frugalità, che vede nel suo significato etimologico l'essenza del godimento. Il low cost è l’apice del consumismo nonché esattamente l’opposto della frugalità.

      L’emblema del malessere

      Comprare tanto a poco prezzo, oltre a condurre a fenomeni da documentario come il famoso Black Friday, ci porta alla mancanza di gratificazione perché ciò che è di scarsa qualità dura anche poco: esiste un deprezzamento non solo commerciale ma anche intrinseco del prodotto. Basti pensare a come sono trattati i vestiti low cost negli outlet, neanche fossero stracci. E in quegli stessi tessuti è impresso il malessere umano della manodopera a basso costo che li produce.

      Il costo sociale

      A proposito della manodopera a basso costo, non siamo qui a far la morale, ma siamo sicuri che comprare un vino cileno o delle scarpe thailandesi ci faccia risparmiare a lungo termine? Non dimentichiamoci che ogni nostro acquisto di beni prodotti all’estero corrisponde ad un’importazione, e questo significa che parte della nostra spesa abbandona il nostro Paese. Ecco perché le aziende che chiudono additano la globalizzazione come cause della loro crisi.

      Naturalmente non è solo colpa della globalizzazione o del low cost. Anzi ci è d’obbligo dire che una compagnia come Ryanair realmente accorcia la distanza non solo tra le persone, ma tra le culture. Il rovescio della medaglia, però, è che dà luogo ad un turismo di basso profilo, incidendo in maniera non indifferente sul mercato.

      Forse è giunta l’ora di capire nel grande "sport" del commercio esistono più "campionati". Nonostante la corsa alla strategia low cost, esistono aziende che praticano l’esatto opposto e che invece di produrre off-shore, ritornano nel Bel Paese, sfruttando la buona fama che i marchi 100% made in Italy hanno in tutto il mondo. Dobbiamo capire che il “re-shoring” può diventare molto più remunerativo dell’off-shoring. Che il lavoro, quello di qualità, soprattutto se artigianale, va pagato. Perché quando fai un acquisto stai comprando non solo un oggetto, ma la sua unicità, nonché la storia di chi lo ha prodotto.

      Diventa anche TU un Ricco Consapevole, iscriviti GRATIS al Club Esclusivo dei Money Surfers!

      Lascia un commento

      Articoli Correlati

      Autorealizzazione: che cos’è e come raggiungerla
      Autorealizzazione: che cos’è e come raggiungerla
      23 ottobre, 2022

      Se ci dovessero chiedere che cos'è la felicità? non ci sarebbe alcun dubbio che questa sia l'autorealizzazione.

      Come migliorare l’autocontrollo e sviluppare la padronanza di sé
      Come migliorare l’autocontrollo e sviluppare la padronanza di sé
      20 dicembre, 2020

      L’autocontrollo è una delle caratteristiche umane che più ci differenzia dagli altri animali. L'autocontrollo è infatti ...

      Interesse composto: cos’è e come si calcola
      Interesse composto: cos’è e come si calcola
      13 gennaio, 2024

      Immaginati in una sala piena di esperti di investimenti e di asset management. Tra un brusio di termini come "prodotti f...