INVESTIMENTI 01 marzo 2023 6 minuti di lettura

Che differenza c’è tra azioni e obbligazioni?

Scritto da  Moneysurfers

Che differenza c’è tra azioni e obbligazioni?


INVESTIMENTI

GLOSSARIO FINANZIARIO

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01 marzo 2023

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6 minuti di lettura

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Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

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      Azioni e obbligazioni sono le due asset class nelle quali un investitore non professionista si troverà ad investire più spesso. Entrambe, infatti, sono strumenti finanziari molto importanti da conoscere per capire come funzionano i mercati finanziari e altri strumenti più complicati come i derivati. L’obiettivo di oggi è capire cosa sono, come funzionano e quali sono le differenze.

      Cosa sono azioni e obbligazioni

      In finanza, un’azione è la quota minima di partecipazione in una società per azioni. Esse sono da considerarsi come vere e proprie parti di imprese, che se vengono comprate rendono a tutti gli effetti proprietari di una parte dell’impresa e quindi proprietari del diritto di ricevere parte dei profitti che l’impresa produce.

      Per quanto riguarda i profitti delle società e perché essi sono di interesse degli azionisti, avremo modo di parlarne in altre occasioni. Le azioni danno anche diritto di voto a chi le detiene, ma in questo articolo vogliamo dare informazioni utili a investitori non professionisti; quindi, questo argomento non verrà trattato perché poco inerente con ciò che davvero vi interessa.

      Un’obbligazione invece, è un titolo che dopo essere comprato conferisce all’investitore il diritto di ricevere alla scadenza la somma versata inizialmente con l’aggiunta di una cedola pagata una o due volte all’anno.

      A tutti gli effetti quindi, un’obbligazione è un contratto di prestito di denaro.

      Che differenza c’è tra azioni e obbligazioni?

      La differenza tra le due è sostanziale. Quando viene costituita una società di capitali, i soci devono investire del capitale di tasca propria che rientra nel capitale sociale della società ed è definito capitale di rischio.

      Ciò significa che, in caso di fallimento della società, i soci hanno responsabilità limitata e non sono obbligati a ripagare i debiti della società. È la società stessa, infatti, ad essere responsabile dei suoi debiti, che devono essere ripagati con il capitale sociale, conferito dai soci in sede di costituzione della società.

      Quando si comprano delle azioni, ciò che succede è che si acquista parte del capitale sociale della società e si diventa soci. Quindi l’investimento è soggetto al rischio di impresa: in caso di fallimento, le azioni potrebbero arrivare a valere zero!

      Le obbligazioni invece risultano come un semplice prestito di denaro, che quindi non è soggetto al rischio di impresa. In caso di fallimento, l’impresa è tenuta prima a ripagare i suoi creditori esterni e poi i soci.

      Per un’impresa (o un governo), infatti, le obbligazioni sono uno dei vari modi che ha per finanziarsi. Emettendo delle obbligazioni, l’impresa è in grado di raccogliere capitali assicurando ai suoi creditori che in futuro riceveranno la somma investita con l’aggiunta di una cedola.

      La differenza, per quanto possa sembrare lieve, è in realtà molto importante. Il rischio cui ci si espone investendo in azioni è maggiore rispetto a quello che si ha investendo in obbligazioni, proprio perché le azioni sono parte del capitale sociale, mentre le obbligazioni sono debito.

      Oltre a questa differenza però, è differente anche il sistema di remunerazione dei due prodotti finanziari, che è spiegato più sotto nella sezione dedicata alla rendita di azioni e obbligazioni.

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      Quali sono le varie tipologie di azioni?

      Una prima distinzione che bisogna fare è che esistono azioni di aziende quotate e di aziende non quotate. 

      Le azioni aziende quotate si scambiano nella borsa valori e il prezzo viene determinato dal mercato (quindi dalla domanda e dall’offerta delle azioni). Tra le aziende quotate possiamo citare Meta, Alphabet, Tesla, etc.

      Le azioni di aziende non quotate invece, vengono scambiate tramite accordi privati tra i soci e i nuovi investitori. Come esempio possiamo menzionare Cagliari Calcio SPA, una società per azioni in cui però non si può investire attraverso la borsa.

      Importante fare questa distinzione, perché un investitore non professionista investe in azioni di aziende quotate. Infatti, per diventare socio di aziende non quotate è richiesto solitamente maggior capitale e soprattutto non è immediato il calcolo del valore delle proprie quote, quindi bisogna presentare un’offerta di acquisto ai soci attuali e contrattare un prezzo.

      Si possono poi distinguere le azioni di aziende quotate in base a vari parametri. Tra i più importanti, troviamo:

      Distinzione per capitalizzazione. Solitamente si distinguono in:

      • Micro Cap: hanno una capitalizzazione compresa tra 50 e 300 milioni.
      • Small Cap: tra 300 milioni e 2 miliardi.
      • Mid Cap: tra 2 e 10 miliardi.
      • Big Cap: oltre i 20 miliardi.

      Distinzione per settore economico. Secondo la Global Industry Classification Standard (GICS) le aziende sono suddivise in undici settori economici:

      • Informatica: aziende che si occupano di software, hardware, semiconduttori, servizi tecnologici o prodotti tecnologici.
      • Finanza: banche, assicurazioni, servizi di pagamento.
      • Sanità: attrezzature o servizi sanitari, industria farmaceutica, biotecnologie.
      • Beni voluttuari: automobili e componenti, beni di consumo durevoli, abbigliamento, servizi di consumo, vendita al dettaglio.
      • Beni essenziali: alimenti, bevande, beni di prima necessità, prodotti per la cura della persona.
      • Servizi di comunicazione: servizi di telecomunicazione, media, intrattenimento.
      • Industria: beni capitali, servizi commerciali e professionali, trasporti.
      • Materiali: prodotti chimici, materiali da costruzione, contenitori e imballaggi, metalli, miniere, carta.
      • Immobiliare: gestione e sviluppo immobiliare, trust di investimento immobiliare azionario (REIT).
      • Energia: attrezzature e servizi energetici, petrolio, gas, combustibili di consumo, estrazione e raffinazione di materia prime.
      • Servizi di pubblica utilità: aziende elettriche, aziende di gas, multiutilities, aziende dell’acqua, produttori indipendenti di energia elettrica e rinnovabile.

      Distinzione per area geografica. Questa distinzione è utile soprattutto per una buona diversificazione del portafogli, così che non ci si esponga a un singolo paese.

      Infine, si può sentire parlare anche di altre categorie più specifiche, come ad esempio High e low dividend stocks: ovvero azioni ad alto (high) o basso (low) dividendo.
      Il dividendo è parte dei profitti che (in Italia, solitamente una o due volte all’anno) vengono distribuiti ai soci.

      Alcune aziende sono solite staccare un dividendo più alto per compensare gli azionisti, altre preferiscono reinvestire completamente gli utili e quindi non staccano dividendo. I vantaggi e gli svantaggi di queste scelte sono spiegati qui sotto nella sezione dedicata ai rendimenti.

      Quali sono le varie tipologie di obbligazioni

      Esistono molte tipologie di obbligazioni, ma una prima grande classificazione le divide in:

      • Obbligazioni ordinarie: sono quelle più semplici e di cui parleremo qui sotto.
      • Obbligazioni strutturate: si compongono di una componente obbligazionaria ordinaria e un contratto derivato che fa variare il rendimento in base all’andamento di uno o più parametri finanziari o reali. Sono piuttosto complesse e non le tratteremo per ora.

      Le obbligazioni ordinarie, quindi, sono quelle di cui più ci interessa parlare. Possono essere:

      • A tasso fisso: gli interessi sono prestabiliti e non variano nel tempo.
      • A tasso variabile: l’interesse varia in base ai tassi del mercato. Sono considerate più sicure dato che l’interesse si adegua sempre a quello del mercato.

      Inoltre, possiamo distinguere le obbligazioni in base a come viene ripagato l’investitore:

      • Obbligazioni zero-coupon: non viene pagata alcuna cedola all’investitore, ma arrivati alla scadenza si ha un rendimento dato dalla differenza tra il rimborso e il prezzo di acquisto.
      • Obbligazioni con cedola: oltre alla differenza tra il rimborso e il prezzo di acquisto, le obbligazioni con cedola pagano una cedola (solitamente su base annuale o semestrale).

      Infine, l’ultima distinzione di cui vogliamo parlarvi, è legata all’emittente delle obbligazioni:

      • Obbligazioni governative: sono emesse dai governi che hanno bisogno di finanziare i progetti del paese. BTP per l’Italia, Bond per gli Stati Uniti, Bund per la Germania, …
      • Obbligazioni aziendali: sono emesse da aziende che devono finanziare le loro attività. Solitamente sono considerate più rischiose rispetto alle obbligazioni governative (e quindi più redditizie) dato che l’operatività di un’azienda è più rischiosa rispetto a quella di un governo.

      Quanto rendono azioni e obbligazioni?

      Il rendimento di azioni e obbligazioni può essere sia rendimento da capitale che rendimento da interessi, ma ci sono delle differenze da tenere bene a mente.

      Per le azioni:

      • Rendimento da capitale: quando si scambiano delle azioni, è possibile ottenere una plusvalenza (/minusvalenza) se il prezzo di vendita è maggiore (/minore) del prezzo di acquisto. Solitamente, maggiori sono le aspettative di utili futuri (quindi dei guadagni netti negli anni a venire) e maggiore è il prezzo di una azione.

      • Rendimento da interessi: si intende il rendimento dei dividendi. L’impresa non è obbligata a staccare dei dividendi, e spetta al management valutare se e quanto dividendo staccare. 
        Solitamente, le imprese ad alto potenziale di crescita preferiscono reinvestire completamente gli utili per crescere, mentre le imprese già grandi e solide che operano in mercati maturi, hanno meno interesse a reinvestire gli utili e quindi risulta loro più vantaggioso staccare un dividendo per compensare gli azionisti.

      Per le obbligazioni:

      • Rendimento da capitale: dato che il prezzo delle obbligazioni oscilla e viene determinato dal mercato (quindi dalla domanda e dall’offerta), se si acquistano delle obbligazioni e si vendono prima della scadenza, oltre al rendimento delle cedole, si deve sommare la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto.

      • Rendimento da interessi: quando un’obbligazione viene portata a scadenza, il rendimento si calcola con la differenza tra il valore nominale (ovvero l’importo restituito a scadenza, solitamente è per convenzione pari a 100) e il prezzo di acquisto, a cui vengono sommate le cedole.

      Da specificare che quando si parla di importi di denaro in un tempo futuro, è necessario attualizzare i valori al valore odierno. Per farvi capire brevemente: 100€ oggi non valgono come 100€ domani. Questo perché in economia si considera il valore temporale del denaro, per cui è necessario attualizzare i valori futuri al valore odierno.

      Differenze tra azioni e obbligazioni (riassunto)

      Quindi, per rendere più semplice la comprensione dei contenuti di questo articolo, abbiamo deciso di riassumere velocemente le differenze più importanti tra azioni e obbligazioni.

      Status dell’investitore

      Un investitore che compra azioni è socio della società, quindi il capitale investito è soggetto al rischio di impresa. Diverso invece per un investitore che compra delle obbligazioni, dato che sta solo prestando il suo capitale in cambio di un rendimento, e quindi in caso di fallimento della controparte (l’emittente dell’obbligazione) è più tutelato rispetto ai soci.

      Rendimenti

      Il rendimento delle azioni dipende soprattutto da quanto sono alte le aspettative sui guadagni futuri dell’impresa, mentre quello delle obbligazioni dipende dal tasso di interesse attuale che viene stabilito dalle politiche monetarie.

      Rischio

      Il rischio delle azioni è maggiore dato che il capitale investito potrebbe andare interamente perso. Diverso è invece per un prestito di denaro attraverso le obbligazioni, in cui, come già ribadito, l’investitore è più tutelato.

      Scadenza

      Le azioni non hanno scadenza. Gli unici motivi per cui non si detiene più una azione sono: se si decide di venderla, se l’azienda fallisce, oppure se l’impresa attua il delisting (ovvero smette di essere quotata in Borsa e torna ad essere privata). Le obbligazioni invece, vengono emesse con una data di scadenza prestabilita, che può variare da qualche mese a decine di anni.

      Meglio azioni o obbligazioni?

      Dopo aver visto le caratteristiche di azioni e obbligazioni, potreste starvi chiedendo quale delle due sia la migliore. Purtroppo, la risposta a questa domanda non esiste, altrimenti perché dovrebbe esistere un prodotto finanziario peggiore di un altro?

      Infatti, gli investimenti vanno ponderati in base alle singole esigenze dei singoli individui. Per alcuni individui può esser meglio avere un portafogli 100% azionario, altri invece possono preferire un portafogli 100% obbligazionario, altri ancora potrebbero preferire un portafogli misto.

      Ciò che sappiamo però, è che le obbligazioni sono più sicure, ma portano un rendimento atteso inferiore. Basandoci su questo principio, esistono diversi portafogli che prevedono diverse asset allocation tra azioni, obbligazioni, e anche altri prodotti.

      Per capire quale asset allocation sia più adatta alle nostre esigenze, è però necessario conoscere in modo più approfondito i prodotti in cui si decide di investire, oppure delegare la scelta a un consulente finanziario.

       

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