INVESTIMENTI 21 marzo 2023 3 minuti di lettura

BOT e BTP: cosa sono?

Scritto da  Moneysurfers

BOT e BTP: cosa sono?


INVESTIMENTI

GLOSSARIO FINANZIARIO

|

21 marzo 2023

|

3 minuti di lettura

placeholder_200x200

Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

    Commenti


      Come succede con le imprese, anche i Governi hanno bisogno di finanziare le proprie operazioni, e per farlo sono soliti emettere debito, principalmente tramite l’emissione di obbligazioni. Come abbiamo già ribadito in altri articoli, esistono varie tipologie di obbligazioni, ed oggi andremo ad approfondire i BOT e i BTP, due titoli di Stato italiani che dato il contesto macroeconomico potrebbero rappresentare buone opportunità nei prossimi mesi.

      Qui di seguito presentiamo le varie tipologie e caratteristiche di entrambi i prodotti.

      BOT: tipologie e caratteristiche

      I BOT, o buoni ordinari del Tesoro, sono obbligazioni a breve termine dalla durata di massimo 12 mesi. Solitamente hanno durata di 3, 6, 12 mesi, ma esistono anche i cosiddetti BOT flessibili che hanno durate differenti, ma comunque non superiori a un anno.

      Essendo dei titoli zero coupon, non prevedono alcuna cedola per gli investitori. Proprio per questo motivo vengono venduti “a sconto”, ovvero a un prezzo inferiore rispetto al valore nominale, cosicché la differenza tra il valore nominale e il prezzo di acquisto, rappresenti il rendimento lordo del titolo.

      Il principale vantaggio dei BOT è l’elevata sicurezza, dovuta al fatto che sono titoli di Stato e che sono di breve durata. Inoltre, la politica fiscale italiana prevede una tassazione agevolata sui titoli italiani, che riduce l’aliquota dal 26% al 12,5%.

      BTP: tipologie e caratteristiche

      I BTP, o buoni del Tesoro pluriennali, sono obbligazioni di più lungo periodo, con scadenza che varia da 18 mesi fino a 50 anni. Anche loro prevedono la tassazione agevolata al 12,5%.

      Ne esistono di diverse categorie:

      • BTP: sono i più tradizionali titoli di Stato italiani. Pagano una cedola semestrale fissa, e proprio per questo sono comodi per coloro che hanno bisogno di un flusso di cassa stabile e costante. 

      • BTP Green: sono titoli di Stato i cui proventi servono a finanziare spese con impatto positivo sull’ambiente. Hanno scadenza superiore ai 10 anni e il pagamento avviene solitamente tramite cedole semestrali.

      • BTP€i: sono i buoni del Tesoro indicizzati all’inflazione, per cui non sono delle obbligazioni ordinarie, ma strutturate; quindi, fanno parte di quelle obbligazioni il cui rendimento è influenzato da alcune variabili economiche. In questo caso, essendo indicizzati all’inflazione, il rendimento è influenzato dal livello di inflazione nell’area Euro, misurata dall’Eurostat tramite l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (Iapc) con l’esclusione del tabacco.
        Ciò consente quindi di ricevere cedole che rimborsano la perdita di potere di acquisto subita durante la vita del titolo. Inoltre, il capitale rimborsato è garantito, nel senso che in periodi di disinflazione (quindi di riduzione dei prezzi), il valore nominale della cedola non va a ridursi. Solitamente, hanno durata di 5, 10, 15, 30 anni. 

      • BTP Italia: come i BTP€i sono indicizzati all’inflazione dell’Eurozona, i BTP Italia sono indicizzati all’inflazione italiana nello specifico. Il rendimento, infatti, viene influenzato dai dati dell’Istat, tramite l’indice nazionale dei prezzi al consumo (Foi) con l’esclusione del tabacco.

      • BTP Futura: sono titoli pensati per tutelare il risparmio nel tempo. La cedola semestrale cresce nel tempo tramite un meccanismo “step up”, con tassi minimi garantiti. Inoltre, prevedono il pagamento di un premio fedeltà, calcolato in base alla variazione di PIL nel periodo di detenzione del titolo e che viene concesso solo una volta portato a scadenza il titolo stesso. La durata varia da 8 a 16 anni.

      Vuoi scoprire come acquisire una maggiore consapevolezza finanziaria:

      RICHIEDI UNA CHIAMATA GRATUITA

      Differenze tra BOT e BTP

      Come abbiamo visto quindi, la principale differenza tra BOT e BTP è la durata del titolo, che influenza anche il rendimento.

      I BOT hanno una durata più breve, per cui hanno minor rischio e di conseguenza offrono un rendimento minore. Sono però molto comodi in caso si volesse investire nel breve periodo.

      Di BTP invece ne esistono diversi, quindi consentono di adattarsi meglio alle esigenze di ogni investitore. In periodi di alta inflazione come stiamo vivendo negli ultimi mesi, potrebbe essere comodo avere un prodotto che ci protegga, come ad esempio i BTP€i e i BTP Italia, oppure se si volesse investire in modo più etico, si potrebbero scegliere i BTP Green che sostengono la salvaguardia dell’ambiente.

      Inoltre, consentono di scegliere titoli di durata molto diversa ma in linea generale maggiori rispetto ai BOT; quindi, consentono di ottenere rendimenti più elevati dato che il capitale viene vincolato per un tempo maggiore, aumentando i rischi.

      Da considerare che quest’ultimo discorso (ovvero che il rendimento di titoli a scadenza più lunga è maggiore rispetto al rendimento di titoli a scadenza più breve) è vero in una situazione di mercato normale. Potrebbe capitare, in alcuni casi particolari, che il rendimento di titoli di più lungo termine sia minore rispetto a quello di titoli a breve termine. 

      Come si comprano BOT e BTP

      I BOT vengono emessi ogni mese e possono essere acquistati sia sul mercato primario che sul mercato secondario. Nel primo caso, si acquista il titolo direttamente al momento dell’emissione, tramite un meccanismo d’asta a cui solo gli intermediari finanziari possono prendere parte.

      Ogni partecipante può portare avanti cinque proposte e il Ministero vende i titoli agli intermediari che propongono di ottenere il rendimento minore.

      È però possibile acquistare i BOT anche nel mercato secondario sul MOT (Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato), accessibile attraverso l’utilizzo di un intermediario come un broker o una banca, e quindi accessibile anche a investitori non istituzionali.

      I BTP invece, per quanto riguarda il mercato primario, si possono acquistare in due modi diversi in base al prodotto: BTP, BTP Green, e BTP€i vengono emessi tramite il meccanismo d’asta, mentre BTP Italia e BTP Futura vengono emessi nel MOT. Dopo l’emissione, vengono scambiati sul MOT come succede anche per i BOT e per altre tipologie di titoli di Stato.

      Esempi di rendimento

      In un articolo precedente è stato spiegato come si compone il rendimento delle obbligazioni (rendimento da capitale e rendimento da interessi).

      Dato che il rendimento da capitale dipende dal prezzo di acquisto e dal prezzo di vendita del titolo nel mercato secondario, non è calcolabile in un esempio dato che dipende dalle decisioni individuali dell’investitore e dal periodo di mercato.

      È però possibile mostrarvi il rendimento ottenibile in caso si facesse la scelta più semplice e meno impegnativa: acquistare un titolo e portarlo a scadenza.

      Consideriamo prima il caso di un BOT emesso il 28 febbraio 2023 con scadenza il 14 dicembre 2023. Il titolo è stato aggiudicato a un prezzo di 97,468 che corrisponde a un rendimento lordo del 3,236%, che corrisponde al 2,633% netto.

      Parlando invece di un BTP emesso il 1° novembre 2022 con scadenza il 1° maggio 2033, il rendimento lordo si attesta al 4,4%, che corrisponde al 3,85% netto.

      Come si può notare, il rendimento del BTP decennale è maggiore rispetto al rendimento del BOT, proprio perché è maggiore l’orizzonte temporale e quindi è maggiore il rischio per gli investitori.

      Vuoi capire come porti degli obiettivi finanziari e conseguirli con successo?

      RICHIEDI UNA CHIAMATA GRATUITA

       

       

      Lascia un commento

      Articoli Correlati

      Indici Azionari, cosa sono?
      Indici Azionari, cosa sono?
      19 giugno, 2023

      Un indice azionario è un termometro del mercato azionario, un termine che si sente spesso nei notiziari economici, nelle...

      Nel 2024 è meglio investire o risparmiare?
      Nel 2024 è meglio investire o risparmiare?
      3 febbraio, 2024

      In un mondo finanziario in costante evoluzione, dove le previsioni economiche cambiano quasi quanto il meteo, la domanda...

      Volatilità: cos'è e quanto bisogna prestarvi attenzione?
      Volatilità: cos'è e quanto bisogna prestarvi attenzione?
      20 dicembre, 2023

      Volatilità. Questa parola, spesso citata nelle cronache finanziarie e nei bollettini di borsa, evoca immagini di grafici...