FIRST TAG DISPLAYED HERE 16 gennaio 2019 4 minuti di lettura

Virus Agnelli: come difenderti dal pensiero impoverente italiano

Scritto da Moneysurfers

    "Se il tuo sogno diventa un'azienda, sei un perdente."

    No, ovviamente questa frase non è nostra, ma di Manuel Agnelli. 

    Dopo decenni di militanza nella band Afterhours, Agnelli diventa famoso a livello nazionale grazie alla partecipazione, in qualità di giudice, alle ultime due edizioni del talent musicale X-Factor. E da quel momento, ovviamente, i media più grossi incominciano a intervistarlo con una frequenza e un’intensità differente. 

    Avendo collaborato per Io Donna, mi capita spesso di leggere i contenuti del femminile del Corriere della Sera, e fra questi, stasera stessa, mi è capitato d'imbattermi in un articolo che titola: 

    Manuel Agnelli dopo «X Factor»: «Se la tua band e il tuo sogno diventano un’azienda sei un perdente»

    Saltino sul divano, mi esce un mezzo sorriso e infine scuoticchio la testa.

    Fammi vedere, magari poi il buon Agnelli argomenta meglio. 

    E invece no, era meglio non vedere.

    Testuali parole:

    "Le trasformazioni che avvengono dentro di te devi assecondarle, se no finisci per recitare, se no la tua band diventa un’azienda. E se il tuo sogno diventa un’azienda sei un perdente.

    Se hai tanto successo e non riesci a usare quel successo non dico per essere felice, ma per essere quello che volevi essere quando hai iniziato a fare musica, allora sì, per me sei un perdente."

    Mi sale "il cane" come dicono i rapper, tiro fuori il laptop, manco fosse un kalashnikov, e mi metto a scrivere questa mail, per sublimare.

    Se il simbolo dell'essere alternativo in Italia mette in antitesi la parola felicità alla parola azienda, allora la situazione è più grave del previsto.

    Chi ha letto il nostro libro "La felicità fa i soldi" o ascoltato l'ultima serie dei nostri Podcast "Remake Your Life", sa quanto queste parole siano decisive  e ahinoi, tremendamente pericolose per chiunque abbia l'ambizione (per Manuel Agnelli probabilmente molto naïve) di vivere una vita più piena e felice.

    L'ostacolo numero uno a una vita di abbondanza e gratificazione, non sono i politici, le tasse o la mafia, ma bensì, le convinzioni limitanti... che lasciamo scorrere dentro di noi, senza troppa attenzione.

    Di messaggi incredibilmente depotenzianti come questo se ne leggono continuamente (specialmente nei commenti dei nostri haters), questa volta però, visto che le frasi vengono dette da una rockstar, ci sembra giusto intervenire.

    Il rock'n'roll è nato come fenomeno di rottura negli anni '50. Un pugno nello stomaco alle convenzioni, un inno alla vita e alla vitalità.  Col passare dei decenni però, il rock è invecchiato e i suoi esponenti, soprattutto in Italia, sono diventati i più prolifici promotori di una visione ammuffita e depressoide della vita. 

    Sempre dalla stessa intervista infatti:

    "Non ero felice prima e non lo sono ora." 
    (Riferendosi agli inizi della sua carriera quando era duro e puro e adesso che è un personaggio pubblico televisivo)

    La malinconia è bellissima e molto poetica se la si sa descrivere bene in una canzone o in una poesia.

    Molto poco smart se la si fa diventare quasi un motivo di orgoglio, un vanto, una posa, nella cosiddetta vita reale.
    Davvero KILLER, se la si associa al denaro.

    Adesso, con questa mail, avevo in mente di fornirvi un servizio: decodificare e depotenziare la portata distruttiva di tale messaggio, affinché abbiate gli strumenti per fare lo stesso, la prossima volta che vi capiterà di sentire una frase del genere. 

    Perché vi capiterà.

    Mi raccomando, è molto importante, come al solito, STARE VIGILI, e non lasciare che certe frasette (dette dai personaggi famosi o anche dai nostri conoscenti/parenti), passino in secondo piano e cadano nel dimenticatoio. 

    Primo perché niente si dimentica veramente, tutto finisce nell'inconscio e, come si sa, l'80% delle decisioni che prendiamo, vengono prese da lui e secondo, perché ci aiuterà a formarci gradualmente un carattere nuovo, a rompere con i vecchi schemi e a spianare la nostra strada verso un futuro di abbondanza.

    Che la decodificazione abbia inizio.

    1. L'AZIENDA È UN "LUOGO" INFELICE

    Dicendo prima che "se il tuo sogno diventa un'azienda sei un perdente" e argomentandolo dopo dicendo che "se hai successo e non riesci a essere quello che volevi essere, sei un perdente", deduciamo che per "l'alternativo" Manuel Agnelli l'azienda è sinonimo di falsità, non aderenza ai nostri valori e di prostituzione morale. 

    Che visione avanguardista. Complimenti. 

    Siamo fermi ancora al 900 e a Fantozzi. 

    Pensate cosa potrebbe rispondergli, non so, un fondatore diPatagonia, o un Enzo Ferrari, così per dirne due a caso. 

    Quest'uomo per moltissimi miei coetanei non è solamente una cantante, ma un vero e proprio maître à penser, un opinion leader, un guru. 

    Le parole di certi personaggi di culto vengono assimilate, acriticamente, da migliaia e migliaia di persone che, bevendosi queste frasi, si stanno di fatto installando sotto pelle un virus micidiale. 

    Un veleno invisibile e inodore che associa nel mio inconscio:azienda=depressione / business=falsità / denaro=diavolo . 

    Quando si tratterà di fare scelte votate all'abbondanza, questi veleni saranno più forti di qualsiasi altra cosa e, anche se consciamente lo vogliamo, dopo anni di messaggi subliminali di questo genere, finiremo sul letto di morte a rimpiangere una vita troppo poco coraggiosa.


    2. L'AZIENDA OSTACOLA IL TUO AUTENTICO DIVENIRE

    "Le trasformazioni che avvengono dentro di te devi assecondarle [...] se no la tua band diventa un’azienda."

    Batteri inseriti sotto pelle: il business è una prigione / il prezzo dei soldi è una vita noiosa / se rimani povero sei più autentico

    Pesantissima anche questa e soprattutto colpevolmente ignorante. 

    La causa numero due dei problemi economici delle persone è la mancanza di formazione finanziaria. Lo sanno pure i muri che oggi, nei mercati contemporanei, se c'è una cosa che non ti puoi permettere proprio di fare è stare immobile. Lo ha detto persino l'uomo più ricco del mondo pochi giorni fa: "Di una sola cosa sono certo, che Amazon un giorno fallirà", Jeff Bezos, CEO della più capitalizzata azienda del mondo. Niente è per sempre, soprattutto nel business di oggi. Se non cambi muori. 

    Quello che vale oggi, tra due giorni potrebbe essere spazzatura. Cambia un algoritmo di Facebook e sparisci. Devi reinventarti sempre... ed è bellissimo. Proprio come diceva Eraclito, non ci si bagna mai nello stesso fiume. Le aziende che spaccano oggi sono le aziende costruite sulla vocazione delle persone, sui loro valori, sui sogni. Il vecchio mondo delle aziende-esercito che prendono posizione e bloccano tutti gli altri per secoli è finito. Uno scrive una app di home-sharing e fa fallire intere catene intercontinentali di hotel. Se vuoi sopravvivere ti "TOCCA" assecondare le tue trasformazioni, caro Agnelli, la realtà è esattamente opposta

    Le aziende devono essere uniche per sopravvivere e l'unica cosa unica che ci rimane, è la nostra anima.


    3. LOGICA PERDENTE/VINCENTE

    "Se il tuo sogno diventa un’azienda sei un perdente"

    Scrivere un messaggio anti-capitalistico utilizzando una dicotomia di tipo agonistico è davvero un'impresa, che se fosse voluta, sarebbe da Premio Strega. 

    Purtroppo però non lo è, e questo ci fa capire tante cose. Chi ragiona in termini di di suddivisione quasi "razziale" tra vincenti e perdenti ha soltanto bisogno della nostra compassione per drammatica mancanza di sensibilità umana. 

    Se fossi uno psicanalista azzarderei, come causa dell'infelicità del Nostro, proprio questo terzo punto. 

    Le più grosse fortune nella mia vita sono state le mie sconfitte.Se avessi sempre vinto, oggi, sarei ancora a timbrare il cartellino occupandomi di cose totalmente scollegate dalla mia Essenza. Vivrei nella frustrazione più totale per cronico inutilizzo dei miei talenti. Sarei sicuramente diventato dipendente da qualche droga tipo: la televisione, la cocaina, le vacanze o la politica militante. 

    Perdere è sempre una fortuna. Così come lo è vincere. 

    È il capitolo uno di qualsiasi Tradizione millenaria. 

    Non contano le conseguenze delle nostre azioni, conta soltanto l'autenticità nel compierle. Come diceva l'immensa mistica Santa Teresa d'Avila: "Sono state versate più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non esaudite". 

    Negli accadimenti della nostra vita c'è sempre una risvolto visibile e uno sommerso. Il secondo è di gran lunga il più importante. Soltanto con gli anni, e l'osservazione meticolosa di essi, ci si rende conto che quelle che ci sembravano le peggiori sfighe, sono state le nostre salvezze. Vincere/perdere non conta, le persone si dividono tra coloro che agiscono e quelli che parlano.

    Batteri sotto pelle (abbastanza banali): guadagnare facendo quello che ti piace fare è impossibile / se quando fai quello che ti piace, stai guadagnando, allora ti stai prendendo in giro / chi guadagna molto ha rinunciato ai suoi sogni.

    Surfers, state vigili ma sereni. Siate inflessibili ma gentili. Fate soldi, senza cercarli.

    Alla prossima onda,

    Davide

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