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L'azienda del futuro è quella Karmica

Scritto da Moneysurfers

L'azienda del futuro è quella Karmica


18 settembre 2018

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2 minuti di lettura

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Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

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      Nello scenario economico-finanziario contemporaneo è in atto una rivoluzione. Si tratta di uno smottamento silenzioso, poco osservato, lento ma inesorabile.

      Mentre tutti parlano di quarta rivoluzione industriale (il trend dell’intelligenza artificiale e dell’automazione estrema dei processi industriali), qualcosa di ben più sottile, anche se strettamente legato ad essa, sta insinuandosi nel rapporto tra uomo e denaro.

      Come al solito, nell’ambito del discorso pubblico, ci si concentra solo sulle conseguenze visibili e sulle opportunità di ottimizzazione più banalmente utilitaristiche di tali trasformazioni. Ci pare invece urgente, soprattutto in questa sede, iniziare a sondare gli aspetti più nascosti, e perchè no, esoterici, della fine dell’Era del Lavoro.

      Il fatto che per “campare” non sarà più necessario “sacrificarsi” e dedicare l’80% del nostro tempo a mansioni frustranti e ripetitive, è sicuramente una buona notizia, molto meno bella è quella che, per capirlo, alla maggior parte degli esseri umani, saranno necessari alcuni decenni.

      Come insegnava Gurdjieff, l’Uomo è un essere (quasi) totalmente dominato da automatismi psicologici. Anche se abbiamo studiato tutti i libri di misticismo della Libreria Esoterica di Milano e sappiamo benissimo che arrabbiarci, quando qualcuno ci tampona all’incrocio è un inutile dissipazione di energia, nella maggior parte dei casi scenderemo ugualmente dalla macchina sbraitando con la vena del collo che pulsa al ritmo di 200 battiti al minuto.

      La stessa dinamica si applica alla questione dei soldi. Lo vediamo benissimo, quotidianamente, durante i nostri corsi di trading. Quando si parla di investimenti, vince chi fa meno. Stare davanti a un grafico finanziario continuando a correggere una strategia, pensando di ottimizzarla, riduce la redditività della stessa. In gergo si dice che le operazioni devono “respirare”. La convinzione, profondamente radicata nel nostro inconscio, che per guadagnare di più dobbiamo lavorare di più, è tra le più difficili da estirpare.

      Ebbene, la quarta rivoluzione industriale sta portando, con velocità davvero spaventose, lo stesso paradigma un po’ dovunque. Vince, già da adesso, chi si concentra sulla parte strategica, artistica e creativa del proprio lavoro. Tutto il resto lo faranno le macchine.

      Le statistiche, anche quelle più estreme, sono già state bruciate dai fatti: “La metà dei lavori che esistono adesso sarà totalmente automatizzato entro meno di 10 anni” (Will robots steal our jobs?, PwC, 2017).

      A colui che sta compiendo il cammino verso lo Yoga Finanziario, uno scenario di questo tipo, non può che far brillare le pupille. Quella che per la massa è una minaccia, per noi è una benedizione.

      Il fatto che la stessa Tecnica, che durante la prima rivoluzione industriale ci ha resi suoi schiavi e che adesso sta gradualmente trasformandosi in uno strumento al nostro servizio, ci pone di fronte a una scelta obbligata: o si fa quello per cui siamo venuti al mondo o rischiamo la miseria.

      Conoscere se stessi per far aderire il più possibile le nostre azioni quotidiane alle nostre più intime vocazioni non può più restare il vizio di qualche borghese annoiato, o di qualche sparuto ribelle, ma la base da cui tutti dobbiamo partire per un futuro di abbondanza diffusa.

      Lo strumento per “salvarsi” nell’era della quarta rivoluzione industriale è l’Azienda Karmica. L’impresa che fa soldi, e assieme, diventa il principale strumento di crescita e purificazione interiore per chi la fonda e per chi ci lavora dentro.

      La fabbrica dove l’unico lavoro rimasto da fare, è quello su se stessi. Un business che diventa redditizio fin da subito, perchè costruito sull’unica cosa veramente unica che hai, la tua Anima.

      Il processo che occorre fare per costruire un’Azienda Karmica è il seguente:

      1. Accettare il fatto che i nostri sogni possano esserci stati subliminalmente indotti dalla società e fare un corso di Life Design per scoprire qual è la nostra autentica Vocazione
      2. Sperimentare, fallire in fretta, ripartire e aprirsi alla serendipità
      3. Fare costantemente il “Tagliando della Coerenza” tra quello che l’azienda fa e quelli che sono i nostri valori e la nostra Vocazione
      4. Creare un brand che incorpori totalmente la nostra visione della vita e farne un totem al quale riferirsi ogni volta che abbiamo un dubbio strategico
      5. Studiare costantemente le nuove tecnologie e le logiche comunicative contemporanee. Per esempio: non avere Facebook, perchè Facebook è il male, è un atto snobistico che ci estrometterà dalla società e che non ci permetterà di comprenderla meglio per aiutarla a crescere
      6. Creare un team di collaboratori interni ed esterni che sia coerente con il brand e i suoi valori. Non prendiamo i migliori a fare qualche cosa, prendiamo quelli che risuonano meglio con le nostre frequenze
      7. Studiare costantemente: il digital marketing, il business modeling, la poesia, il self-branding, l’ottimizzazione fiscale, l’arte contemporanea, il body-hacking, il misticismo, la fotografia, la pianificazione & controllo (KPIs), la contabilità, uno strumento musicale o un arte marziale, la Natura, l’arte di persuadere, il sesso tantrico e così via. Includere tutto, senza affezionarsi mai a niente.

      L’Azienda Karmica ci arricchirà, dandoci quello che ci serve per vivere, mentre disattiveremo uno dei pattern ricorrenti più nefasti che sia: la non comprensione che siamo già ricchi e che chi lavora per i soldi non fa altro che crearsi un futuro di povertà e come dice il Vangelo, gli “verrà tolto anche quello che ha” (Mt 13,12)


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