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Crolla tutto? Ecco cosa fare

Scritto da Moneysurfers

Crolla tutto? Ecco cosa fare


15 ottobre 2018

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2 minuti di lettura

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Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

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      Inizio anno 2016 è stato il peggior inizio anno nella storia dei mercati finanziari. Un record in negativo, che non promette niente di buono. Il primo di dicembre del 2015 ho scritto un articolo che prevedeva questo crollo, nonostante tutti gli analisti in quel periodo gridassero al consueto “rialzo dei mercati natalizio”.

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      Come sa il lettore abitudinario, negli ultimi 6 anni non abbiamo mai lanciato un allarme sui mercati globali, ci siamo esposti solo in questa occasione perché c’erano tanti segnali, macroeconomici e tecnici, che andavano tutti nella stessa direzione. A differenza dei giornalisti il nostro mestiere non è fare notizie, ma formare persone nel campo degli investimenti e nel business. Sia nel trading che nel business il timing è molto importante se non si vuole finire a gambe all’aria dicendo comunque “Alla fine avrei avuto ragione”.
      Da quando è uscito l’articolo il maggior indice del mondo (cartina tornasole dell’andamento della finanza globale), l’sp500, è sceso del 12%, -8% da inizio anno, così come l’indice italiano FTSE MIB. Ma sappiamo che l’SP500 misura solo le 500 più grandi aziende americane. Se vogliamo comprendere meglio la situazione del mercato americano (e quindi mondiale) possiamo osservare l’indice RUSSELL2000, che comprende 2.000 “piccole” imprese americane. Il Russell2000 è sceso da inizio anno del 10% e ha già violato l’ultimo minimo, quello del 2014, ovvero il primo vero minimo decrescente dal 2009. Questo, tecnicamente, inaugura ufficialmente un trend ribassista.
      [caption id="attachment_6293" align="alignnone" width="1141"]russell 2000 Andamento dell'Indice Russell 2000 aggiornato al 19 Gennaio 2016 (Fonte: Bloomberg.com)[/caption] Anche l’indice europeo EUROSTOX600, che comprende le maggiori 600 aziende europee, è ufficialmente in un trend ribassista. Non è solo una questione di finanza. Le aziende non fanno utili e a guidare le performance negative ovviamente c’è il settore energetico. Da inizio anno, infatti, Eurostox600, ha perso più dell'11% e più del 15% dalla pubblicazione dell'articolo (primi di dicembre 2015).
      Spostandoci verso le borse orientali, vediamo come il Nikkei225 (indice giapponese) sia sceso del 18% dalla pubblicazione dell'articolo e da inizio anno più del 13%. Lo Shanghai Composite Index ha perso quasi il 16% da inizio anno e più del 20% dalla data del nostro articolo, ma, cosa ancora più impressionante, dal picco di giugno ha perso più del 40%!
      In Sud America, invece, l'indice argetino Merval ha perso quasi il 13% da inizio anno e quello brasiliano Ibovespa il 12%.
      L'unica borsa che ha opposto una certa resistenza a questo trend negativo è quella di Budapest (Budapest Stock Exchange Index), scesa solo del 4% da inizio anno.
      Qui di seguito i risultati del 4° trimestre del 2015 che confermano come gli Stati Uniti stiano vivendo una recessione di guadagni
      4° trimestre 2015[quote](Bloomberg) —As the 4Q earnings season kicks off this week, results for S&P 500 companies are expected to show a decline in profits for a third quarter in a row, confirming that corporate America has slipped into an earnings recession.[/quote]
      (Tr.: Come ci mostrano i guadagni del 4° trimestre questa settimana, le società dell'S&P500 stanno vivendo un declino dei profitti per il terzo trimestre consecutivo, confermando che il tessuto aziendale americano si trovo in pieno trend ribassista.)
      Per l'esattezza secondo Bloomberg, i profitti potrebbero essere scesi del 7,2% nel 4 ° trimestre, mentre i ricavi dovrebbero scendere del 3,1% Questo rappresenterebbe la peggiore stagione degli utili dal 3° trimestre 2009 e il terzo mese consecutivo al ribasso.
      Mercati che crollano significa fondi d’investimento che vanno male. I tuoi risparmi decrescono di valore ed anche i risparmi in porti sicuri come Titoli di Stato rendono poco e non sono sicuri come ci dicono di essere.
      In centinaia dopo l’articolo di Dicembre ci avete chiesto dove investire con questo crollo dei mercati. Abbiamo creato un piccolo report di 40 Pagine, cercando di fornirti una visione d’insieme su diversi asset e mercati, con consigli e strategie per preservare e far crescere il tuo capitale nel 2016-2017.

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      Enrico Garzotto
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