INVESTIMENTI 30 dicembre 2023 2 minuti di lettura

Pip forex: cosa sono e come si calcolano?

Pip forex: cosa sono e come si calcolano?


INVESTIMENTI

GLOSSARIO FINANZIARIO

|

30 dicembre 2023

|

2 minuti di lettura

placeholder_200x200

Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

    Commenti


      Oggi ci concentriamo su uno degli aspetti più critici del trading nel mercato forex: il pip. Questo termine, apparentemente semplice, gioca un ruolo essenziale nella comprensione delle dinamiche del mercato valutario. Scopriremo cos'è un pip nel forex e come viene calcolato, fornendo ai trader di tutti i livelli le informazioni necessarie per navigare con maggiore consapevolezza nel mercato.

      Il pip è l’unità di misura delle variazioni di prezzo degli strumenti finanziari. Nel mercato del forex, un pip rappresenta la minima variazione di prezzo standard che si può verificare in una coppia di valute.

      Originariamente, le valute erano quotate con quattro cifre dopo la virgola e quindi la minima variazione registrabile era definita con il termine “pip”. Alcune coppie di valute invece, erano (e sono ancora oggi) quotate con due cifre decimali: lo sono ad esempio tutte le coppie con lo yen giapponese. In questi casi un pip corrisponde alla variazione della seconda cifra dopo la virgola. 

      Oggi, la maggior parte dei broker mostra cinque cifre dopo la virgola. Ciò, tuttavia, non influisce sulla posizione di un pip: bisogna sempre considerare un pip come la quarta cifra dopo la virgola.

      cos è il pip nel forex

      Pip forex: come si calcolano?

      Per calcolare l’ampiezza di un movimento di prezzo in numero di pip, bisogna fare la differenza tra prezzo finale e prezzo iniziale, quindi la differenza tra il prezzo di chiusura del trade e il prezzo di apertura. Basterà poi spostare la virgola di quattro (o due) posizioni verso destra, così da ottenere l’ampiezza in numero di pip. 

      Il movimento in pip però non misura un valore economico. Per convertire l’ampiezza del movimento in una valuta fiat, bisogna considerare altri fattori, tra i quali la grandezza del trade in numero di lotti.

      Valore pip ed esempi

      Come menzionato, il valore economico corrispondente al movimento di un pip dipende soprattutto dal numero di lotti del trade. Un lotto nel forex corrisponde a 100.000 unità della valuta base. Quando si fa trading, si possono solitamente usare i lotti, i mini-lotti (0,1 lotti) e i micro-lotti (0,01 lotti).

      Per calcolare l’importo economico, oltre alla grandezza del trade, bisogna anche considerare il cross valutario che si sta considerando, il numero di pip di variazione, e la valuta nella quale si vuole sapere l’importo della variazione. Il valore, quindi, dipende da alcune variabili, che rendono scomodo fare il calcolo a mano. Proprio per questo motivo, sono presenti molti calcolatori online, e alcuni broker li hanno direttamente integrati sulla piattaforma.

      Qui, in seguito, un esempio

      Ipotizzando un trade long di un mini-lotto su EUR/USD con prezzo di ingresso a 1,08492 e prezzo di uscita di 1,08752 è caratterizzato da una ampiezza di 26 pip. Usando un calcolatore online, questo trade avrebbe portato un profitto di circa 24€. Se il trade fosse invece da un lotto, corrispondente a dieci mini-lotti, il profitto sarebbe stato di dieci volte superiore, quindi di circa 240€.

      Pip con le valute 

      Comprendere il funzionamento dei pip nel trading forex è fondamentale, soprattutto perché un neofita spesso cerca di entrare nel vivo dell’attività, concentrandosi sulle parti di analisi, senza comprendere però le basi che fondano questo lavoro. Conoscere i pip consente di fare un corretto money management del proprio portafogli e di scegliere la dimensione giusta per ogni trade. Senza questi elementi, infatti, si rischia di compiere gravi errori che sovraespongono il portafoglio a pochi trade rischiosi, portando inevitabilmente a perdere il proprio capitale. 

      Conoscendo gli importi in valuta fiat che corrispondono a un determinato movimento di prezzo, si può stabilire anche la massima perdita che si vuole avere da ogni singolo trade dopo aver impostato lo stop loss. Si calcola il numero di pip di stop loss (che di solito il broker conta in automatico), si inseriscono i dati nel calcolatore (dati quali il cross di valute, la valuta di riferimento e il numero di pip di stop loss) e si trova il numero di lotti giusto affinché la perdita massima non superi una certa frazione del proprio portafogli. Scegliere la frazione di capitale da dedicare per ogni trade, sarà poi compito di ogni singolo trader, in base alla sua esperienza, operatività e avversione al rischio. 

      cosa sono i pip nel trading

      In Moneysurfers, proponiamo corsi di finanza consapevole adatti a investitori di ogni livello: dai neofiti agli esperti.

      Se vuoi addentrarti nel mondo del trading, Trading Pro Boost è il corso completo step-by-step per accelerare la crescita dei tuoi risparmi e costruirti una seconda entrata aggiuntiva, con 2 ore a settimana, facendo trading veloce su tutti i mercati.

      Curioso?

      RICHIEDI UNA CHIAMATA GRATUITA

       

      Lascia un commento

      Articoli Correlati

      Volatilità: cos'è e quanto bisogna prestarvi attenzione?
      Volatilità: cos'è e quanto bisogna prestarvi attenzione?
      20 dicembre, 2023

      Volatilità. Questa parola, spesso citata nelle cronache finanziarie e nei bollettini di borsa, evoca immagini di grafici...

      Plusvalenze e minusvalenze, cosa indicano?
      Plusvalenze e minusvalenze, cosa indicano?
      1 marzo, 2024

      Quando si parla di investimenti, ogni movimento, ogni decisione può essere la chiave per sbloccare tesori nascosti o, al...

      Cos’è lo spread nel forex?
      Cos’è lo spread nel forex?
      21 aprile, 2023

      Cosa significa Spread? Nel mondo della finanza e del trading si sente spesso parlare di Spread, parola utilizzata in div...