CRIPTOVALUTE 06 luglio 2023 5 minuti di lettura

Le 5 migliori cryptovalute su cui investire nel 2023

Scritto da  Moneysurfers

Le 5 migliori cryptovalute su cui investire nel 2023


CRIPTOVALUTE

INVESTIMENTI

|

06 luglio 2023

|

5 minuti di lettura

placeholder_200x200

Cosa leggerai in questo articolo

    Make money while you sleep! Gli americani adorano questa frase, che rappresenta perfettamente il concetto di entrata passiva, o entrata automatica.

    Cosa sono le entrate passive o automatiche

    Le rendite passive non sono altro che i guadagni generati senza il tuo intervento diretto, in modo periodico e prevedibile, completamente slegate dal tuo tempo.

    Per avviare il motore delle rendite passive però, è necessaria una spinta iniziale, come un informatico che sviluppa l’architettura di un software e poi lo lascia vivere di vita propria, intervenendo saltuariamente per apportare delle migliorie.

    Alcuni esempi di entrate passive sono:

    • un affitto mensile versato dal nostro inquilino;
    • le royalties provenienti dalla vendita di un libro o dal diritto d’autore;
    • il pagamento dei dividendi delle azioni in nostro possesso.

    È proprio su quest’ultima voce che ci soffermiamo in questo approfondimento: i dividendi azionari.

    Mentre in questo articolo potrai approfondire alcuni metodi per generare entrate passive

    Cosa sono i dividendi azionari

    L’investimento è innanzitutto fiducia. Fiducia nella potenzialità di un’azienda, e fiducia nella crescita di valore e fatturato. Per questo motivo alcune aziende decidono di ripagare la fiducia degli azionisti “staccando” loro una ricompensa periodica, che viene appunto chiamata dividendo. 

    Possiamo affermare che il dividendo sia una quota degli utili di una società che viene corrisposta agli investitori. Acquistare un’azione da dividendo significa partecipare attivamente alla crescita di una società, sia dal punto di vista dell’incremento del valore azionario, sia agli utili del suo esercizio.

    I dividendi azionari possono essere di due tipi: in contanti o in azioni.

    Come facilmente avrai già capito, la prima tipologia prevede un pagamento di una somma di denaro in base alla partecipazione del tuo investimento, la seconda invece prevede il conferimento di una percentuale azionaria, sempre correlata con l’entità del tuo investimento, una o due o quattro volte l’anno.

    Cosa c’entrano le entrate passive con i dividendi azionari

    Domanda sciocca, penserai. Noi di Moneysurfers crediamo che i dividendi azionari siano uno dei migliori strumenti per generare un’entrata passiva, periodica e prevedibile direttamente sul tuo conto bancario, senza il minimo impegno di tempo ed energia, se non la scelta iniziale.

    Una o due o quattro volte all’anno, le migliori aziende da dividendo elargiscono un bonus in percentuale sul tuo conto bancario, il più delle volte già al netto della tassazione per non dovertene nemmeno preoccupare con il commercialista.

    Per investire con i dividendi azionari da professionista, dai un'occhiata a DIVIDENDS PRO Boost.

    Perché qualcuno dovrebbe darti una rendita passiva

    Mica tutte le società quotate staccano dividendi periodici! E allora perché solo alcune decidono di farlo? Ci sono diversi fattori da considerare.

    Generalmente, i dividendi sono un buon sintomo circa la salute finanziaria della società stessa, poiché rappresenta un residuale dell’utile di esercizio. Essendo in ottima salute un’azienda sceglie la strategia dei dividendi per attirare investitori e aumentare anche il valore azionario. Al tempo stesso, alcune aziende in profonda crisi provano la strategia dei dividendi per fare incetta di capitali e tentare di risanare le casse vuote. Per questo bisogna saper selezionare le azioni giuste.

    Le aziende maggiormente strutturate e mature sono più propense a corrispondere i dividendi, poiché devono reinvestire meno utile nella crescita, d’altro canto, le aziende in fase di startup hanno fame di utili per alimentare la loro crescita e la produzione, per cui sono meno propense ai dividendi.

    Riassumendo, l'azienda sana e in utile ha due strade percorribili: condividere una quota dei guadagni con gli investitori e al tempo stesso diventare più appetibile per lo stesso motivo, oppure reinvestire completamente i guadagni per crescere maggiormente e diventare più appetibile attraverso la crescita del valore azionario.

    Quali sono i vantaggi di questa tipologia di investimento

    Il metodo più rapido e potente per accelerare la nostra ricchezza materiale è senza dubbio il “fare impresa”. Nessuno strumento d’investimento serio potrà mai dare i ritorni, in termini di sostanza e velocità di accumulo, che può dare una buona idea imprenditoriale messa a terra a dovere.

    Vero, ma non è semplicissimo creare un’impresa di successo e soprattutto richiede la totalità del nostro tempo e ogni sforzo possibile per la sua affermazione.

    E se fosse possibile fare l’imprenditore col popò degli altri? Ecco, le dividend stocks, sono le azioni che in automatico sganciano nel conto corrente una parte degli utili distribuiti dalle aziende di successo.

    Queste azioni hanno una calendarizzazione precisa per i loro payout, per questo è possibile strutturare l’investimento in modo che ogni mese o due incassiamo una quota come se fosse un affitto, senza tutte le seccature che la proprietà di un immobile porta con sé.

    Quali sono i rischi

    I dividendi sono periodici, ma non sono garantiti. Spesso le società indicano la quota dell’utile (il payout) che intendono distribuire in un ipotetico piano triennale, ma non sono tenute a rispettarla, come invece succede nelle obbligazioni.

    A seconda delle circostanze, gli utili potrebbero essere utilizzati per ripianare delle eventuali perdite, fare investimenti o aumentare il patrimonio societario.

    Investire in azioni da dividendo può essere altamente remunerativo, ma richiede conoscenza del mercato e qualche dritta sulle azioni migliori da acquistare.

    Forse ti farà piacere sapere che Moneysurfers ha organizzato un corso unico e gratuito sulla migliore strategia per investire nei dividendi azionari. Per conoscerla, non ti resta che iscriverti qui sotto.

    Commenti


      Le cryptovalute hanno fatto parlare molto di loro durante il 2021, anno in cui questo mercato ha raggiunto una vera e propria bolla. Tuttavia, seppur questa bolla sia scoppiata, le cryptovalute esistono tutt’oggi, e possono rappresentare ancora una grande opportunità, in quanto la grande volatilità che le caratterizza può essere sfruttata dagli investitori più propensi al rischio.

      Qui in seguito abbiamo composto una lista delle cinque migliori cryptovalute che riteniamo sia fondamentale conoscere per iniziare a muovere i primi passi in questo mercato, che può essere parecchio complicato e aleatorio per i nuovi investitori.

      Bitcoin (BTC)

      Definito il re delle crypto, Bitcoin è la prima cryptovaluta inventata. Il progetto nasce il 31 ottobre 2008, quando Satoshi Nakamoto (inventore anonimo a cui è attribuito questo pseudonimo) pubblicò il white paper di Bitcoin, presentandolo come un metodo di pagamento elettronico peer-to-peer

      Bitcoin è un progetto decentralizzato che consente di tracciare le transazioni digitali, che vengono verificate da una serie di validatori (i miners) e successivamente aggiunte alla blockchain e quindi rese immutabili. La blockchain permette l’aggiunta di un nuovo blocco ogni dieci minuti circa, e affinché ciò avvenga è necessaria della potenza di calcolo, ovvero dei computer che svolgono calcoli per validare le transazioni. Originariamente i miners erano solo individui appassionati di tecnologia che credevano nel progetto, oggi invece esistono vere e proprie aziende che si dedicano al mining delle cryptovalute. Le nuove monete emesse vengono distribuite ai miners per compensare il loro contributo alla rete.

      La principale differenza di Bitcoin dalle monete fiat è che non vi è alla base un governo o una banca centrale che faccia da garante e che possa modificare l’emissione di nuova moneta. Le maggiori valute globali (come euro, dollaro americano, ecc.) sono soggette a nuove emissioni, che consentono alle banche centrali di intervenire nell’economia tramite politiche monetarie espansive o restrittive, che sono l’arma principale per controllare l’inflazione.

      Con il Bitcoin ciò non accade: l’emissione di nuovi Bitcoin è stabilita dalla tecnologia della cryptovaluta stessa, che è stata programmata per raggiungere l’emissione massima di circa 21 milioni di Bitcoin. L’emissione è basata sull’halving, ovvero sul dimezzamento della quantità di moneta emessa ogni quattro anni. Ciò consente alla moneta di subire sempre meno inflazione con l’avanzare del tempo. 

      È inoltre visibile come ciclicamente, dopo ogni halving, si presenta un periodo di bull market, in cui il prezzo della valuta sale notevolmente per poi crollare dopo un anno e mezzo circa. Questo periodo di bull market è sicuramente dovuto al dimezzamento della produzione di nuovi Bitcoin che fa ridurre l’offerta portando quindi ad un aumento di prezzo a parità di domanda. Inoltre, poiché il mercato è consapevole del fenomeno dell’halving, ciò che si verifica in contemporanea è un aumento della domanda da parte di investitori retail, che attratti dai potenziali guadagni decidono di investire nella valuta così da portare l’intero mercato in una bolla. 

      Vi sono però delle riflessioni da fare prima di investire in questa tecnologia:

      • Il primo che ritengo doveroso fare, è che nell’era moderna non potrebbe esistere un mondo con solo Bitcoin. Le banche centrali svolgono un ruolo fondamentale nell’economia grazie ai loro interventi, e lo si è notato bene nel 2020 a causa del covid e tutt’oggi: le banche centrali hanno sostenuto l’economia durante il covid iniettando nuova liquidità, ma ciò ha generato inflazione che ora stanno cercando di abbassare tramite un rialzo dei tassi di interesse. Negli USA si sono già visti miglioramenti relativamente all’inflazione durante il 2022 e inizio 2023.
      • La seconda riflessione è che in molti considerano il Bitcoin come l’oro digitale, ovvero come un bene rifugio che a causa della sua limitatezza (soprattutto ipotizzando un periodo futuro in cui le nuove emissioni di Bitcoin saranno ancora minori rispetto ad ora) risulta essere un bene che mantiene e accresce il suo valore nel tempo. Ciò che però bisogna tenere a mente, è l’importanza che l’oro ha avuto durante la storia umana. Fin dall’antichità l’oro è stato considerato come bene prezioso e merce di scambio, per cui il paragone regge poco rispetto ai quasi 15 anni di storia di Bitcoin. Inoltre, il prezzo dell’oro risulta tutt’oggi stabile, mentre il Bitcoin non ha ancora raggiunto una stabilità tale da permettergli di essere considerato un bene rifugio (anzi, spesso risulta correlato positivamente con titoli e indici tecnologici, come il Nasdaq).
      • Ultima criticità è che il sistema di Bitcoin produce molto inquinamento. In un mondo dove gli investimenti ESG sono preferiti da fondi e banche, questo è un punto da considerare. Il sistema basato sulla proof of work richiede una notevole capacità di calcolo, che si traduce in numerosi computer in giro per il mondo a lavorare affinché il sistema continui ad andare avanti. 

       

      Vuoi capire come porti degli obiettivi finanziari e conseguirli con successo?

      RICHIEDI UNA CHIAMATA GRATUITA 

      Ethereum (ETH)

      Ethereum è invece da molti considerata la regina delle crypto, in quanto è la seconda cryptovaluta per capitalizzazione. Inventata da Vitalik Buterin e rilasciata nel 2015, è una piattaforma decentralizzata del web 3.0 per la creazione e la pubblicazione peer-to-peer degli smart contracts, ovvero di contratti intelligenti. 

      A differenza di Bitcoin, Ethereum è una piattaforma che ha un’utilità ulteriore rispetto al solo scambio di valore tramite una moneta virtuale. La cryptovaluta usata dalla piattaforma è Ether (chiamato anche Ethereum nel linguaggio comune), che è necessaria per il pagamento delle commissioni (chiamate gas fee) quando vengono creati degli smart contracts o quando vengono effettuati pagamenti peer-to-peer.

      Su ogni blocco della blockchain, è possibile scrivere del codice per programmare gli smart contracts, che consistono in vere e proprie applicazioni decentralizzate con le quali gli individui possono interagire. Più smart contracts possono essere uniti per formare delle vere e proprie applicazioni decentralizzate (chiamate DApp).

      Importante considerare che negli scorsi mesi il protocollo Ethereum ha effettuato il Merge, ovvero un passaggio da proof-of-work a proof-of-stake, che rende differente la modalità di validazione dei blocchi. Grazie alla proof-of-stake si riescono anche a superare le problematiche ambientali che Bitcoin ancora presenta, rendendo Ethereum, se vogliamo, un investimento green (a discapito però di un po’ di decentralizzazione). Inoltre, grazie a questo cambiamento, l’emissione di nuovi Ether viene ridotta notevolmente e buona parte dei token pagati ai miners vengono bruciati, portando la cryptovaluta ad essere molto meno inflattiva, se non addirittura deflattiva.

      La commistione tra la maggior popolarità che stanno assumendo gli smart contracts e il passaggio a proof-of-stake, rende Ethereum un investimento molto interessante, in quanto si presenta come un ecosistema che consente la creazione di diverse piattaforme. 

      Un limite del progetto Ethereum è che in caso di saturazione del network le gas fees diventano importanti poiché i miner procedono prima con le transazioni che pagano maggiormente rispetto a quelle di piccola entità. Tuttavia, sono in corso dei miglioramenti della piattaforma che permetterebbero una riduzione delle gas fees.

      Tether (USDT)

      Theter non è considerabile a tutti gli effetti una cryptovaluta, ma è una stablecoin, ovvero una moneta virtuale il cui andamento di prezzo è legato a quello di una valuta fiat, in questo caso il dollaro americano (USD).

      Lo USDT viene offerto dalla azienda Theter Limited, che attraverso un report periodico dichiara di avere dollari statunitensi sufficienti a coprire ogni USDT in circolazione, consentendo quindi di mantenere il cambio 1:1. Tuttavia, bisogna considerare che, un po’ come fanno le banche, anche Theter dispone di quei dollari per effettuare alcuni investimenti e prestiti, che devono però essere ben gestiti, altrimenti si rischia che questo controvalore venga meno, portando alla perdita del cambio fisso con il dollaro. Theter Limited ha accettato di sottoporsi a un audit da parte di una società di revisione indipendente per verificare che vi sia una effettiva copertura delle monete messe in circolazione. 

      Tuttavia, USDT rimane la stablecoin più capitalizzata al mondo e la terza nel mercato crypto con circa 83 miliardi di $ di market cap.

      Non rappresenta di per sé un investimento dato che mantiene il prezzo ancorato al dollaro, ma conoscere e usare le stablecoin può essere notevolmente utile sia per spostare liquidità più velocemente tra propri wallet e account sugli exchange, sia per sfruttare alcune piattaforme di CeFi e DeFi che consentono di ottenere una rendita dalle stablecoin. Tuttavia, bisogna tenere bene a mente i rischi delle stablecoin, soprattutto il rischio della controparte, ovvero Theter Limited in questo caso, che porta sicuramente meno garanzie rispetto alla Banca Centrale Europea o alla Federal Reserve che emettono euro e dollari americani.

      Binance Coin (BNB)

      BNB è la moneta dell’exchange Binance, uno degli attuali leader del mercato. Ciò che ha fatto Binance è molto più di una semplice coin: hanno infatti creato la Binance Smart Chain (BSC) che offre svariati servizi tramite l’utilizzo di BNB. Il token, quindi, può essere utilizzato per fare trading, per pagare le commissioni sul Binance exchange, sui DEX o sulla Binance Smart Chain, ma anche per acquistare prodotti e servizi utilizzando la Binance Card o Binance Pay. 

      Ciò che però rende maggiormente interessante questo token è il suo protocollo di burn, volto a ridurre l’offerta iniziale di 100mln di BNB. Il burn avviene in modo automatico in base a vari fattori, tra cui il prezzo di BNB, il numero di blocchi generati dalla BSC, e le gas fees della chain stessa.

      Infine, avere alle spalle un colosso come Binance, porta al progetto una maggior sicurezza, portandolo ad una capitalizzazione attuale di circa 38 miliardi di $, ovvero al quarto posto del mondo crypto per capitalizzazione.

      U.S. Dollar Coin (USDC)

      USDC è la seconda stablecoin più capitalizzata al mondo, con una capitalizzazione di 28 miliardi di $. Ha qualche mese fa una perdita del PEG con il dollaro (quindi la parità di cambio 1:1) a causa della dichiarazione di fallimento di Silicon Valley Bank, la quale possedeva 3,3 miliardi di $ di riserve di liquidità di Circle, l’azienda emittente di USDC. Tuttavia, la stabilità del prezzo è tornata poco dopo grazie all’intervento del governo americano, che ha coperto il fallimento di SVB.

      A differenza di Theter, Circle non detiene il collaterale garante delle valute in circolazione, ma lo depositano presso altre banche, tra le quali era presente SVB. Ciò consente di avere meno centralizzazione, ma ci si espone al rischio di fallimento di altre banche. 

      Circle, come Theter, emette un report mensile per mostrare che la sua valuta sia coperta dal sottostante, ma in questo caso il report viene redatto dall’American Institute of Certified Public Accountants (AICPA), e sono stati svolti maggiori controlli da parte delle autorità di vigilanza rispetto a Theter.

       

      Non ti senti ancora realmente consapevole di come funziona questo mondo e cerchi qualcuno che ti affianchi in questo percorso?

      RICHIEDI UNA CHIAMATA GRATUITA

       

      Lascia un commento

      Articoli Correlati

      Nel 2024 è meglio investire o risparmiare?
      Nel 2024 è meglio investire o risparmiare?
      3 febbraio, 2024

      In un mondo finanziario in costante evoluzione, dove le previsioni economiche cambiano quasi quanto il meteo, la domanda...

      Vendere per proteggere gli investimenti dalle perdite, quando conviene?
      Vendere per proteggere gli investimenti dalle perdite, quando conviene?
      5 gennaio, 2024

      Quando si parla di investimenti, la protezione del capitale è una delle principali preoccupazioni degli investitori. Sic...

      Come si vendono le azioni in borsa?
      Come si vendono le azioni in borsa?
      10 maggio, 2023

      Come si vendono le azioni in borsa? Spesso si sente parlare di come si investe in borsa, di come acquistare le azioni e ...