FIRST TAG DISPLAYED HERE 15 ottobre 2018 9 minuti di lettura

A "lezione" dai più famosi truffatori della storia

Scritto da Moneysurfers

    Inutile che ci raccontiamo che il mondo è tutto bello e felice, nel mondo ci sono gli eroi, ma anche i cattivi. Li chiamiamo comunemente delinquenti, criminali. Mettono la propria abilità al servizio dell’ego. Iniziano con comportamenti moralmente discutibili, per poi sfociare nella criminalità. Stiamo parlando della “versione dark” dei Money Surfers: antieroi che conciliano genialità ed egoismo, tessendo la tela delle più clamorose truffe della storia. Li condanniamo moralmente, ma in fondo in fondo chi di noi, da piccolo, non ha provato ammirazione per il mitico Arsène Lupin?


    Quello che ci attira di queste figure è esattamente ciò che fa la differenza tra un ladruncolo da quattro soldi e un truffatore epocale: stiamo parlando della personalità complessa, talvolta contraddittoria (a tratti quasi sensibile), e della speculare scelta di mettersi al servizio del male. Numerosi sono gli esempi che la storia e la cinematografia ci riportano. Noi abbiamo selezionato una “rosa” di casi molto diversi tra loro, sia in termini di settore sia a livello di strategia.

    Non vogliamo fornirti spunti per nuove truffe, neanche farti vedere che chi fa i giochi sporchi alla fine rischia grosso e finisce male. Piuttosto vogliamo vedere insieme a te se possiamo trarre degli insegnamenti più profondi sul denaro e sulla crescita personale, alla ricerca di una consapevolezza a volte dimenticata. L’abbiamo scritto all’inizio, molto spesso questi truffatori sono persone geniali, che servono solo il lato oscuro della forza (per citare Star Wars). Vediamoli Insieme.

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    Soapy Smith

    Soapy Smith (al secolo Jefferson Randolph Smith II) è il più famoso truffatore della storia del Far West americano. Nato in Georgia nella seconda metà dell’ottocento, neanche ventenne si guadagnò il titolo di “Re dei truffatori della frontiera”. Il soprannome “Soapy” (Saponetta) lo deve al racket organizzato da lui e messo in atto da un gruppo di complici fidati.


    Il suo obiettivo erano le grandi folle: predisponeva un tavolino al centro di zone trafficate, tirava fuori un sacco di saponette e cominciava a decantarne le qualità, mentre le disponeva sul tavolo. Dopodiché ne avvolgeva alcune con delle banconote di diverso taglio (da 1 a 100 dollari), e infine le arrotolava tutte in carta anonima, per venderle al prezzo di 1 dollaro. E che la lotteria abbia inizio, signori!


      Fin qui nulla di male, sennonché in mezzo alla folla vi erano i suoi complici, che, fingendosi acquirenti, dichiaravano false vincite. Il trucco di Smith era l’abilità di sostituire le saponette “vincenti” con saponette senza soldi, facendo sì che nessuno se ne accorgesse. Non un semplice furto dunque, ma lotteria e prestigio. Un “confidence man” che ispirava fiducia con la sua eloquenza.


      Nell’arco di vent’anni Smith costruì un impero criminoso, basato sulla corruzione, che andava dal Colorado all’Alaska, per poi morire durante una sparatoria presso il molo di Skagway, in Alaska. Leggenda vuole che le sue ultime parole siano state “Mio Dio, non sparare!”, prima di essere colpito al cuore, come a confermare che pure questi truffatori conoscono paure e debolezze umane.

    Charles Ponzi

    Un esempio tutto made in Italy è quello di Carlo Ponzi che, una volta emigrato in America, decise di farsi chiamare Charles Ponzi. È proprio in  America che inizia l’avventura del signor Ponzi che, dopo varie peripezie in Canada, decide di stabilirsi negli Stati Uniti, a Boston. Intorno al 1918 Ponzi ha un’illuminazione ed inizia a generare profitti sfruttando una falla nel sistema postale internazionale: si fa spedire da paesi come Italia o Spagna, dove il costo della vita è meno alto, dei “Buoni di risposta internazionale”, i quali possono essere scambiati con altrettanti francobolli americani (così prevedono gli accordi postali internazionali). Dopodiché rivende i francobolli realizzando profitto. Semplicemente geniale!

    "Sono arrivato in America con 2 dollari e mezzo in contanti e un milione di dollari in speranza. Questa speranza non mi ha mai abbandonato."  (Charles Ponzi)

      Ma Ponzi, non contento, decide di spingersi oltre e fonda la Securities Exchange Company, basata su una strategia oggi conosciuta come “schema Ponzi” (che in tempi più recenti ha portato al fallimento il broker americano Bernard Madoff). Stiamo parlando di un modello economico riconducibile al marketing piramidale, dove degli investitori vengono attratti da alti rendimenti (in breve tempo) a patto che procurino, sotto forma di agenti, altri investitori. Alla base della società non esistevano forme consistenti di investimento in attività produttive: gli unici “rendimenti” che rimpinguavano il capitale sociale erano altri debiti!! Inutile specificare che un simile sistema non è sostenibile: cosa si fa quando le richieste di rimborso superano l’afflusso di investitori?


      Tra il 1920 e il 1934 la vita di Ponzi è uno snocciolarsi di truffe, scandali e carcere. Tenta, senza successo, di replicare la truffa in Italia e dopo aver perso nel 1942 il lavoro (stavolta onesto) decide di trascorrere gli ultimi anni a Rio de Janeiro, dove muore povero e malato nel 1949.


    Durante un’intervista dichiarò: “Io ho dato agli abitanti di Boston il miglior spettacolo che sia mai stato visto sul territorio dai tempi dello sbarco dei Padri Pellegrini! Valeva ben quindici milioni di verdoni il vedermi mettere su tutta la baracca.”
    Charles Ponzi

    Oscar Hartzell

      Nello stesso periodo si orchestrava un’altra truffa ad opera di Oscar Hartzell, nato nello Iowa (USA) nella seconda metà dell’ottocento. Stavolta parliamo di una truffa tanto geniale che pure dopo la morte del truffatore, molte delle sue vittime restarono convinte della sua innocenza.


      Nel 1919 Hartzell, fingendo di chiamarsi Drake e di essere un erede del corsaro inglese Francis Drake, convinse molte famiglie sue connazionali (di cognome Drake ovviamente) a finanziare la sua causa contro il governo britannico che, a suo dire, non aveva mai corrisposto agli eredi del corsaro la sua vasta eredità. Tale eredità, con gli interessi maturati in 300 anni, avrebbe eguagliato la somma di circa 100 miliardi di dollari (Includeva persino l’intera città di Plymouth!!)


      Nel 1924 Hartzell si trasferì a Londra a fare la bella vita, mentre i suoi agenti in America procuravano sempre più finanziamenti da parte delle famiglie. Le donazioni addirittura aumentarono durante la Grande Depressione che seguì il 1929 e, nonostante il British Home Office e l’FBI avessero smentito l’esistenza di alcuna proprietà di Drake indebitamente trattenuta dal governo britannico, le donazioni aumentarono!


     Caso volle che in uno dei suoi discorsi per alleviare la Grande Depressione, John Maynard Keynes fece riferimento ai bottini del corsaro Drake che, nel ‘500, furono investiti dalla regina Elisabetta I per il beneficio della comunità. Che fortuna! Hartzell fece leva su questo articolo per avallare la sua tesi e le donazioni non si fermarono neanche dopo che venne rimpatriato nel 1933 e condannato a 10 anni di prigione, nel cui ospedale morì nel 1943.

    Frank Abagnale

    Un caso recente e famoso, stavolta italiano solo per metà, è quello del falsario Frank Abagnale. Ricordate il film “Prova a prendermi”, interpretato da Leonardo Di Caprio? Proprio lui! Di tutte le storie di truffa a livello mondiale, questa è sicuramente quella più creativa. Stiamo parlando di un sedicenne che fugge di casa e, sfruttando il suo aspetto maturo, nell’arco di soli cinque anni, assume non meno di otto diverse identità e millanta svariate professioni, tra cui insegnante, pilota, medico e avvocato.
     Abagnale inizia la sua “carriera” con la frode bancaria, falsificando assegni ed arrivando ad accumulare 40 mila dollari per poi cambiare identità. Ha truffato persone e società, tra cui un importante studio legale, durante i suoi “lavori”.

    Fu arrestato solo nel 1969 in Francia, quando venne riconosciuto da una hostess che lui stesso aveva precedentemente invitato a cena, in qualità di pilota della Pan Am.
     Frank Abagnale è probabilmente il truffatore per eccellenza, forse quello che più si avvicina al truffatore perfetto: riusciva a farla franca ogni volta che era in procinto di essere scoperto! Uno di quei truffatori che risultano quasi simpatici all’opinione pubblica. Ed è forse per questo motivo che, dopo essere stato arrestato, processato in svariati paesi (tra cui Francia, Svezia e Italia) e sbattuto in carcere, dopo soli cinque anni, il governo federale gli abbuonò la condanna a patto che aiutasse gratuitamente la polizia a risolvere i casi di frode bancaria.
    Frank Abagnale

    "Non è importante ciò che un uomo ha, ma ciò che un uomo è." (Frank Abagnale)

     Quello di Abagnale è uno dei rarissimi casi in cui il genio ha avuto la meglio e adesso l’ex-truffatore, ironia della sorte, gestisce la Abagnale & Associates, una società di consulenza anti-frode finanziaria.

    Nick Leeson

    Passiamo dal truffatore più creativo a quello che l’ha fatta più grossa. Nick Leeson: un trader, una banca d’investimenti, un disastro che ha coinvolto pure i conti della regina d’Inghilterra.


    Nick Leeson, nato a Watford nel ‘67, fu assunto nei primi anni novanta dalla Barings Bank, la più antica e prestigiosa banca d’investimento del Regno Unito. Assunto come trader, poco tempo passò prima che venisse promosso a manager del reparto preposto alla negoziazione di futures sul SIMEX, il mercato di Singapore. L’attività di “rogue trader” iniziò nel ’92, quando Nick decise di compiere operazioni finanziarie non autorizzate dai superiori: inizialmente ebbe successo e ricevette ingenti bonus oltre al salario. Presto però arrivarono anche le perdite. Lo stratagemma di Leeson consisteva nel registrare segretamente le perdite nell’account error 88888 (si tratta di conti creati appositamente per correggere gli errori commessi in fase di trading). Nel giro di soli due anni i debiti accumulati da Leeson passarono da 2 a 208 milioni di sterline (molti dei quali provenienti dagli stessi conti della Barings), sempre registrati sull’account error 88888.


    La situazione collassò nel febbraio 1995, quando Nick abbandonò Singapore, lasciando sulla sua scrivania un biglietto con su scritto “I’m sorry” (“Mi dispiace”) ed un ammanco di 827 milioni di sterline, che causò il fallimento della Barings Bank, la quale venne acquistata dalla banca olandese ING al simbolico prezzo di una sterlina! Leeson trascorse solo 4 anni in un carcere di Singapore per poi essere rimpatriato nel 1999 per un cancro al colon (al quale è sopravvissuto). Adesso vive in Irlanda con la famiglia, ha pubblicato due libri sul suo passato ed è pure general manager della squadra di calcio Galway United.

    "Io ci ho messo una pietra sopra. Pure gli altri... spero." (Nick Leeson)

    Conclusioni: come evitare la spirale della rovina.

    Da queste cinque storie, tutte diverse fra di loro, ma con il denominatore comune della truffa in  grande stile, la prima lezione che impariamo è che i soldi facili, specialmente se ottenuti mediante truffa, non portano mai a nulla di buono. Da queste mirabolanti vite comprendiamo che la ricerca della ricchezza non può non passare attraverso la conoscenza del sé: dei propri bisogni (quelli veri e non quelli egoisticamente megalomani), dei veri obiettivi e dei propri limiti.


     Le figure analizzate difettano fortemente di equilibrio, la caratteristica principale di un money surfer, ovvero di una persona consapevole con un centro di gravità permanente, per dirla alla Battiato. Perdono di vista l’importanza dell’onestà, intesa non solo come virtù morale, ma anche come via pratica verso il benessere psico-fisico… Non venire a dirmi che una truffatore vive una vita serena!

    "La vittima più facile per una truffa siamo noi stessi." (Lord Lytton)

     Ma allora cosa distingue una storia come quella di Soapy Smith da un falsario come Abagnale? Sicuramente esistono fattori importanti come il caso fortuito, l’epoca in cui si nasce ed il settore in cui si è “specializzati” (posso decidere di truffare con il gioco delle tre carte, così come posso truffare attraverso il trading). Soapy Smith, nonostante la mirabile genialità, ha sempre mantenuto il profilo del truffatore di folle, stringendo legami con criminali di bassa lega, creando una ragnatela di corruzione con politici e poliziotti: efficace ma poco raffinato.

     Negli altri esempi riscontriamo già una forte propensione alla finzione: “Fake it until it’s real!” (Fingi finché non diventa vero). Se Soapy Smith è poco elegante, avendo però una solida base strategica, personalità come Ponzi e Leeson si camuffano meglio e ingannano fino alla fine. Ma la loro strategia è basata costantemente sull’improvvisazione e sulla speranza che le cose si sistemino da sole.

    Sorvoliamo sulla fortuna di Oscar Hartzell, che “campa sulle spalle” dei suoi donatori e si fa pure voler bene, senza bisogno di trucchi da street racket, trading e senza nemmeno dover fuggire da chi lo insegue. Anche per lui però arriva il carcere, che segna la fase finale della sua vita.


     Unico caso che in un certo senso si salva in calcio d’angolo è quello di Frank Abagnale. Perché Abagnale ad oggi è considerato un uomo di successo, vivendo un vero trapasso dantesco al contrario,  tanto da gestire un agenzia di consulenza anti-frode? Cosa lo differenzia da Leeson, che a stento ha ottenuto una vita normale in Irlanda e risente dei gravi danni psicofisici del suo operato?

     

    Potremmo dare almeno un paio di motivazioni. Prima di tutto Abagnale è un istrione: si gode maggiormente i suoi personaggi. Egli sposta l’asse dell’attenzione dalla pura e semplice questione venale all’aspetto ludico, quasi teatrale, delle sue avventure. Diversamente, Leeson prova a rimediare al danno producendo altro danno, che cresce esponenzialmente. Abagnale ha paura di essere “incastrato”, Leeson è letteralmente stressato e ossessionato dalla paura di essere scoperto (e non si è nemmeno arricchito). Non solo, Abagnale ha avuto la “fortuna” di essere stato catturato molto giovane e questo ha probabilmente agevolato il suo percorso di redenzione, dandogli la possibilità di ricominciare una nuova vita non più al servizio della frode, anzi combattendola.


     Spostare l’asse dell’attenzione dai soldi al divertimento e alla gratificazione è il segreto per essere persone di successo, è il segreto che ci raccontano gli imprenditori, ma è quello che ci raccontano anche queste storie di malandrini e sacripanti. Non a caso è Abagnale quello che ha potuto avere successo, dopo che ha modificato l'oggetto di lavoro dal creare truffe, a proteggere dalle truffe.


    [Tweet "Spostare il focus dai soldi alla gratificazione è il segreto per il successo"]
     Tutti i truffatori inoltre capiscono bene la psicologia dell’uomo comune ed il potere del denaro, tanto è vero che ne sono attratti anche loro in maniera morbosa. Il denaro, essendo energia, dà sensazione di potere, e il potere attrae,  si sa. Ma se non si ha un cuore, una batteria abbastanza grande per contenere questa energia, si rischia di scoppiare. Proprio quello che succede a tutti quei miliardari, seri e truffatori, che non riescono ad ingrandire il loro io interiore, o meglio a rimettersi in contatto con la loro anima.


    Nick Leeson nascondeva le perdite ai propri superiori, ma questi accecati dai guadagni e dai loro stessi bonus, preferivano non verificare come tutto questo fosse possibile, anche se dentro di loro probabilmente sospettavano. Hartzell, Ponzi e Soapy Smith facevano leva anch’essi sui mirabolanti guadagni, per far fare alle persone mosse avventate. Sfruttano insomma la credenza che i soldi possano risolvere tutti i problemi e non si rendono conto che il mondo è pieno di miliardari con una vita triste. Per dirla alla Marylin Monroe, miliardari che piangono ugualmente, anche se dentro una Rolls Royce, la quale, evidentemente, non garantisce nessuna felicità.


    Ma quello che nessuna di queste persone è riuscita ad evitare, in maniera volontaria, è arrivare in fondo alla spirale della rovina. Nonostante la loro intelligenza, la loro intuizione sulle dinamiche psicologiche, del denaro e la loro metodicità, non hanno riconosciuto la spirale della rovina in cui erano dentro. Si chiama effetto occhio del ciclone, dove tu sei dentro l’occhio del ciclone, in uno stato di quiete apparente e tutto intorno te esiste devastazione, puoi accorgertene certo, ma è più facile osservare la tranquillità momentanea dovuta all’occhio.


    Tutti erano intenti a far durare più a lungo possibile una vita apparentemente reale, con una fine evidente, creando un escalation di truffe. Leeson e Abagnale ne sono usciti solo dopo che qualcun’altro gli ha fatto riconoscere che potevano sfruttare le loro capacità anche per fare qualcos’altro e vivere comunque una vita appagante. Ma forse era l’unica possibilità rimastagli se non volevano marcire in galera. Spezzare la spirale della rovina quando si è in mezzo richiede una forza interiore molto più grande, perché significa fare un salto quantico, rinunciando completamente a quello che si ha, e mettersi volontariamente in carcere.  Significa uscire dall’occhio del ciclone, attraversando venti vorticosi, affrontando le proprie paure per finire nel migliore dei casi  in un carcere a sbarre fisico, ma anche spirituale, come quello degli eremiti: un carcere per meditare, un bozzolo, ed evolversi da un brutto bruco ad una farfalla.


    Riassumendo, questi 5 truffatori ed Anty-MoneySurfers ci forniscono 4 grandi lezioni:

    • Non esistono soldi facili. Poiché da tanti soldi derivano tante responsabilità.
    • Per creare ricchezza duratura, bisogna spostare l’attenzione dai soldi all’appagamento, alla felicità.
    • I soldi non risolvono problemi. Piuttosto la ricchezza che perdura arriva risolvendo problemi.
    • Per uscire dalla spirale della rovina bisogna crescere spiritualmente

    [Tweet "il PRIMO passo pratico verso la ricchezza è la gestione consapevole di quanto già si possiede"]

    E siccome noi Money Surfers vogliamo aiutarti nel cammino verso la libertà finanziaria, abbiamo messo a disposizione gratuitamente i primi capitoli del nostro best seller. 

    copertina la felicità fa i soldi

    Dunque, vale davvero la pena rischiare la serenità interiore pur di fare soldi? A volte ci si dimentica che possiamo diventare ricchi prendendo “il meglio” di questi farabutti: cioè la genialità, l’intelligenza, ma mettendole al servizio di qualcosa di più grande del nostro ego, per raggiungere una ricchezza interiore oltre che esteriore. I furti, le fughe, le sparatorie e il trading spericolato lasciamoli al cinema. Divertiamoci guardandoli e perché no, usiamoli per ispirarci a raggiungere più ricchezza.
     
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